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Il nuovo ambasciatore dell’Unione europea in Svizzera, il britannico Richard Jones, ha assunto le sue funzioni a Berna questa settimana, in sostituzione dell’austriaco Michael Reiterer.

L’Unione europea avrebbe potuto mandarci un diplomatico poliglotta, scrive Urs Gfeller sul portale della radio romanda RSR : “Bruxelles ha mandato a Berna un ambasciatore anglofono incapace di parlare tedesco o francese. Questo riassume molto bene il vicolo cieco in cui si trovano le relazioni tra l’Unione europea e la Svizzera.
I 27 Stati membri dell’UE persistono a voler imporre la ripresa automatica del diritto comunitario, la creazione di un’autorità di sorveglianza e di un tribunale dipendente essenzialmente dall’UE.
La Svizzera ritiene che questo significherebbe una perdita di sovranità inaccettabile.

Il braccio di ferro dunque continua, ma è la Svizzera, uno fra i maggiori partner economici dell’Unione che oggi ha il coltello dalla parte del manico.
E’ ora che Bruxelles capisca che la Confederazione non è una semplice sotto-prefettura di provincia da trattare con disprezzo e condiscendenza. La Svizzera, con le sue istituzioni democratiche, non ha altra scelta se non resistere alla volontà dominatrice e centralizzante di un’Unione europea in piena crisi.”