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I difficili negoziati tra il governo greco e i creditori privati proseguono oggi con l’incontro tra Charles Dallara, direttore generale dell’Istituto della finanza internazionale – che raggruppa 450 banche, assicuratori e fondi di investimento – e il primo ministro greco Lucas Papademos, che sarà accompagnato dal ministro delle finanze Evangelos Venizelos.

Nell’ambito dell’accordo concluso a Bruxelles lo scorso 27 ottobre, i creditori privati avevano accettato di rinunciare al 50% dei loro prestiti di 206 miliardi di euro allo Stato greco. Il saldo di 103 miliardi sarebbe stato sostituito da nuove obbligazioni greche.
Qui sta il problema. In funzione del tasso d’interesse di queste nuove obbligazioni, i creditori privati potrebbero perdere sino all’80% del loro credito.

La Grecia si sta mostrando sempre più esigente in quanto la sua economia continua a peggiorare. Il deficit di bilancio è aumentato dello 0.8% nel 2011, a 21.64 miliardi di euro, secondo i dati pubblicati ieri dal ministero delle finanze. Una settimana fa Olivier Blanchard, economista capo presso il Fondo monetario internazionale aveva dichiarato che la recessione nella quale sta sprofondando il paese giustifica la richiesta di maggiori concessioni da parte dei creditori privati.
Creditori privati che però la pensano diversamente. Il 3 novembre, qualche giorno dopo l’accordo di Bruxelles, Baudouin Prot, presidente della banca BNP Parisbas aveva lanciato un avvertimento : “E’ l’ultima volta che partecipiamo ad un esercizio volontario nei confronti della Grecia. Il tempo del volontariato è concluso.”

Va anche detto che prese fra la crisi delle Borse e le nuove regolamentazioni legate ai fondi propri, le banche europee non sono al meglio della forma.
Altri creditori reticenti sono i fondi speculativi, che hanno acquistato parte del debito greco a basso prezzo nella speranza di beneficiare dell’assicurazione credit default swap, che entra in gioco nel caso di default di pagamento di un paese. Questi hedge funds hanno interesse a che la Grecia si trovi in crisi di liquidità.

Crisi di liquidità che potrebbe avvenire il 20 marzo, quando il governo di Atene dovrà rimborsare 14.5 miliardi di euro. Una scadenza che sarà incapace di onorare qualora la Banca centrale europea, il Fondo monetario e l’Unione europea non verseranno i 130 miliardi previsti dal piano di salvataggio.
Ora, il pagamento di questi 130 miliardi è condizionato dall’accordo fra la Grecia e i creditori privati, un accordo che fatica sempre più a concretizzarsi.