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Rivo Cortonesi, ingegnere, scrittore, di origini toscane, liberista e membro del comitato organizzatore di INTERLIBERTARIANS.
In questa interessante ed esclusiva intervista, lascia trasparire la sua filosofia di vita, porta opinioni ben definite sull’attualità economica e illustra con chiarezza il suo pensiero politico. Per terminare con una serie di inquietanti previsioni
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Francesco de Maria: Rivo Cortonesi, si presenti ai lettori di TicinoLive.
Rivo Cortonesi: Sono nato a Sinalunga (Siena) il 19 settembre 1950 e dal 1981 risiedo in Svizzera a Gravesano.
Nel 2007 ho chiesto e ottenuto la cittadinanza svizzera. Ho avuto quindi 26 anni di tempo per studiare la storia della Confederazione e arrivare alla conclusione che essa ha molti punti in comune con quella della Repubblica di Siena.
Come nella storia della Svizzera, così nei circa 400 anni di storia della Repubblica di Siena, si nota infatti una singolare assenza di Principi illuminati, di Re, di Imperatori o di Tiranni, a differenza di quanto accaduto per la maggior parte degli stati e statarelli italiani e europei. Ho dunque creduto che il modo migliore per sentirsi a pieno titolo cittadino svizzero fosse quello di continuare a sentirsi a pieno titolo anche cittadino senese e ho mantenuto la mia cittadinanza italiana.
Di religione cattolica, abbastanza praticante, ho incrociato Rosy Bindi nella sezione democristiana di Sinalunga. Me la ricordo ancora con i capelli a maschietto e i calzettoni bianchi, fino alle ginocchia, animata, già allora, da un grande fervore politico. Ma abbiamo preso strade intellettualmente diverse: lei è stata sedotta, fraintendendola, dalla parte sociale del cristianesimo, io da quella liberale.

FDM: Un eroe sognatore, munito di un’unica infallibile verità, può cambiare il mondo?
RC: Credo proprio di no. Il mio più grande eroe rimane Gesù Cristo, ma neppure lui l’ha cambiato. Del resto il suo discorso della montagna sembra quasi dare per scontato che il mondo non cambierà mai.
Nondimeno si può provare a renderlo meno peggiore di quello che è. Ma c’è bisogno di “molti eroi sognatori” che si riconoscano in primo luogo negli insegnamenti del Decalogo (ciò che non si deve fare al prossimo) e in secondo luogo in quelli del Nuovo testamento (ciò che si deve fare al prossimo).
Credo comunque in unica infallibile verità, che ci ha rivelato i diritti giusnaturali della persona umana e promesso anche qualcosa in più se sapremo rispettarli e difenderli.

FDM: Spieghi in 15 righe perché il sistema economico che regge il pianeta è totalmente sbagliato e destinato a crollare.
RC: Glielo spiego in meno di 15 righe: perché è fondato su monete disoneste e su un sistema finanziario che crea molti più debiti del risparmio disponibile.

FDM: Se il sistema bancario è perverso, è pur vero che la Svizzera si è molto arricchita grazie a questo sistema. Dobbiamo condannarla?
RC: In tutta sincerità non credo che la vera ricchezza della Svizzera sia una conseguenza del felice momento vissuto dal sistema bancario svizzero, specie nel dopoguerra.
La natura di questa ricchezza è molto volatile: oggi c’è, domani chissà. Proprio perché il sistema bancario imperante è, come lei dice, perverso.
Nessuno può dire, come Mosè, “fermati o sole”. La vera ricchezza della Svizzera è a mio avviso da attribuirsi in quanto di medioevale è rimasto nelle sue tradizioni di sussidiarietà e convivenza civile. Mi auguro che essa non disperda questo suo inestimabile tesoro.

FDM: Se veramente lo “spazio euro” avesse a disgregarsi, quali scenari sono prevedibili?
RC: Non credo che lo spazio euro si disgregherà se la BCE si comporterà come la FED. Oggi lo “spazio anglofono” non è meno in crisi, ma in esso non c’è una Germania a invocare un po’ di decenza nella falsificazione del denaro.
Penso che la situazione attuale la si possa fotografare abbastanza bene attraverso questa frase di Ron Paul, il candidato liberista repubblicano che sta correndo per la Nomination alle elezioni presidenziali USA: “La migliore metafora per descrivere la nostra attrazione verso un governo che spende, si indebita e crea inflazione, è quella di un tossicodipendente cosciente che se non smette morirà, ma che non riesce a smettere, a causa dell’alto prezzo da pagare per superare la dipendenza”. Dunque si continuerà a drogare il drogato sperando che non muoia di overdose, almeno nell’immediato.

FDM: I traffici del presidente della Banca nazionale fanno le prime pagine dei giornali. Ha più colpa Hildebrand che l’ha fatto, o Blocher che l’ha detto?
RC: Le rispondo con un’ipotesi che penso contribuisca a chiarire bene il mio punto di vista sull’intera vicenda.
Se, al posto del dollaro, dell’euro o del franco di carta, cioè delle così dette fiat money (o monete fiduciarie), si tornasse alla parità aurea, sarebbe praticamente impossibile per una Banca nazionale cambiare a tavolino il tasso di cambio della propria moneta.
Le fortune di un paese sarebbero affidate alla sua capacità di esportare merci, cioè di incamerare oro. La Svizzera, che ha aziende esportatrici di primo ordine, ne trarrebbe grandi vantaggi, perché non si troverebbe più confrontata con svalutazioni competitive alle quali dover rispondere con altrettante svalutazioni d’ufficio del franco.
Ora svalutare d’ufficio una moneta è indubbiamente una svalutazione d’ufficio dei risparmi di chi quella valuta possiede. Cioè: un furto. Questo atto immorale crea la possibilità che altri atti immorali possano da questo scatenarsi. Di qui la necessità di “regolamenti” atti a limitarne gli effetti.
Hildebrand si è trovato nella duplice posizione di varare da un lato un provvedimento immorale e di subirne dall’altro l’effetto perverso ad esso associato: la possibilità di approfittarne. Da questo punto di vista non ha potuto provare di non essere stato lui il mandante dell’acquisto di dollari richiesto ufficialmente dalla sua signora e ha la sua parte di colpa.
Blocher, al di là di quelle che possano essere le conseguenze di una sua possibile imputazione per violazione del segreto bancario, si è limitato a denunciare il fatto, come qualunque altro cittadino può fare quando ritiene sia stata violata una legge.
Sia Hildebrand che Blocher hanno però, per noi liberisti, una colpa che li accomuna: il non rendersi conto dell’immoralità degli atti che la BNS compie in virtù del monopolio che esercita. Ma li capisco. Se se ne rendessero conto sarebbero liberisti e si adopererebbero per l’abbandono delle fiat money e il ritorno alla parità aurea, o quanto meno ad un mercato competitivo del denaro, dove quasi certamente le monete a parità aurea la farebbero da padrone.

FDM: Hildebrand è vittima di una congiura politica o la vittima di un sistema perverso?
RC: Non saprei dire di cosa sia stato vittima. Non ho alcuna idea di cosa si trami dietro le quinte. A quei livelli io non ci arrivo, ma ci sarà presto chiaro.

FDM: Hildebrand si è dimesso il 9 gennaio. Perché non avrebbe dovuto farlo?
RC: Non posso spiegare perché non avrebbe dovuto farlo per il semplice fatto che non riesco a intravedere come non avrebbe dovuto farlo, dal momento che lui stesso ha ammesso di non riuscire a provare che non era il mandante dell’operazione.

FDM: Cosa pensa della difesa a oltranza del tasso di cambio minimo dell’euro?
RC: Che accettando il sistema delle fiat money certi provvedimenti immorali sono da mettere in conto.
Oggi ci ritroviamo confrontati con falsari potenti e arroganti, capaci di acquistare merci a prezzi sbracati imposti con la forza quando le acquistano loro e a prezzi “svizzeri” quando li acquistiamo noi. Il mercato non esiste più e neanche il gioco di poter godere nel lungo periodo dei benefici di un moneta forte, che funzionava quando le monete avevano ancora un briciolo di “etica”, funziona più. Neppure il capitalismo funziona più, perché non potendo contare su monete oneste finisce col prendersi anche le colpe che non ha.

FDM: I liberali che hanno lasciato il PLR, con i liberisti e con tutti coloro che si riconoscono nelle idee liberali devono fondare un partito?
RC: Sì.

FDM: Gli aderenti al PLR sono denominati liberali-radicali, ma li si chiama più brevemente “liberali”. In quale misura è liberale il PLRT?
RC: Non ci sono partiti liberali in Ticino.

FDM: Chi sono i Liberisti?
RC: Sono, qui in Ticino, quattro gatti (ma davvero quattro) che però secondo me hanno il merito di tener accesa la fiammella della libertà e della responsabilità individuale, che rischia di essere spenta dall’ingerenza dello Stato in ogni ambito della società civile.

FDM: Sono diffusi in molti paesi del mondo?
RC: Come lei sicuramente sa i liberisti ticinesi sono promotori dell’evento INTERLIBERTARIANS, che ha lo scopo di raccogliere ogni anno a Lugano, direttamente o in video conferenza, i rappresentati dei movimenti e dei partiti di ispirazione libertaria del mondo intero.
La prima edizione si è svolta al Palazzo dei congressi di Lugano nel 2011. L’occasione ci ha dato modo di constatare come i movimenti di ispirazione libertaria si stiano diffondendo velocemente in tutto il mondo, man mano che appare evidente il fallimento dei sistemi economici ispirati al keynesianesimo.
Tutti si richiamano infatti alla scuola austriaca di economia, di cui il già citato Ron Paul è oggi l’esponente politico più rappresentativo schierato in una competizione elettorale e per il quale tifano.
Ci auguriamo che i Repubblicani lo scelgano come anti-Obama. Lui, non più giovanissimo, ha il sostegno dei giovani dei campus universitari, il suo rivale repubblicano per la Nomination ha però più soldi e, negli USA, questo è un fattore da non sottovalutare.

FDM: Cos’è la “scuola austriaca” di economia e quali sono i suoi principi cardine?
RC: Il nome deriva dal fatto che alcuni tra i suoi fondatori ed esponenti più importanti erano austriaci. Ma la frase che più sinteticamente, senza la pretesa di banalizzarla, può identificare il principio cardine su cui si fonda questa scuola economica è quella dell’americano (di scuola austriaca) Murray Rothbard: “Ognuno può agire come vuole se, così facendo, non aggredisce la proprietà privata altrui.”
Ove per “proprietà privata” si intendono il corpo della persona umana, il suo spirito e poi i suoi beni materiali e il diritto al loro libero scambio. Si ha così un metro di giudizio per prendere posizione sulla legittimità (non la legalità, che è un’altra cosa) di ogni legge dello Stato. In un mio libro mi sono permesso di far notare che la conclusione a cui Rothbard giunse dopo 40 anni di ricerche ce l’aveva già data Dio nell’incontro “faccia a faccia” con Mosè sul Monte Horeb: non uccidere, non rubare, non desiderare cosa alcuna del tuo prossimo.
Questi, che possono sembrare semplici precetti di convivenza civile sono invece anche importanti dogmi economici. Il problema è che spesso ci sfugge come, democraticamente, essi possono essere tranquillamente ignorati.

FDM: Le teorie liberiste sono realmente applicabili o sono puramente teoriche?
RC: No, non sono state finora realmente applicabili, o lo sono state solo in parte e probabilmente rimarranno anche qualcosa di teorico se la “forza comune” che la nazione ha delegato allo Stato per difendere quei precetti di convivenza civile dalla loro violazione ad opera di eserciti stranieri o di delinquenti comuni continuerà ad essere usata proprio dallo Stato per violarli: gli Stati uccidono, rubano e istigano i cittadini a desiderare l’uno le cose dell’altro.
Il più delle volte giustificano questo modo di fare con la necessità di imporre servizi non richiesti.

FDM: Per finire alla grande e per spaventare il pubblico, preveda le catastrofi che colpiranno l’economia e la finanza mondiale nei prossimi 3 anni.
RC: I drogati moriranno alla fine di overdose e, come già accaduto dopo la fine dell’impero romano, ci troveremo costretti a ricreare la solidarietà e la convivenza civili intorno ai nostri comuni, in un mercato competitivo del denaro, fondato su monete oneste e senza banche centrali.
La riserva frazionaria delle banche sarà abolita e passeremo ad un sistema a “riserva intera”. Il Medio Evo prossimo venturo avrà questi connotati e la Svizzera, che deve la sua “vera” forza alla sua anima medievale ce la farà.
Ma prima sarà “pianto e stridor di denti”. Pensa che il pubblico si spaventerà abbastanza?

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