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Chiudere in determinate ore del giorno il centro di Ligornetto al traffico in transito è una decisione per me sbagliata. La maggioranza dei cittadini di Ligornetto che domenica scorsa sono andati alle urne comunque non la pensano come me ed è giusto, in democrazia, accettare il verdetto delle urne.

Il mio pensiero è semplice, Quando una strada viene chiusa il traffico si sposta su di un’altra arteria. Nel caso specifico i frontalieri che entrano dalla “Cantineta” dovranno cercare altre soluzioni.
È verosimile che il grosso di questo traffico in entrata, come pure in uscita, utilizzerà il valico di San Pietro, andando ad intasare una strada già carica di traffico, oltre a peggiorare la qualità di vita dei cittadini di San Pietro e della vicina Clivio (I).

In sostanza Ligornetto non risolve un problema, ma lo sposta. Il bello della storia è che la scelta DEMOCRATICA di Ligornetto non piace oltre confine.
A Clivio il sindaco ha preso atto della scelta della vicina Ligornetto con preoccupazione e già si stanno studiando soluzioni per gestire questo aumento di traffico.
Ma il massimo arriva dalla eurodeputata italiana Lara Comi, conosciutissima alle nostre latitudini come una che ci vede come il fumo negli occhi, che vuole portare la questione fino a Bruxelles.
Se fossi la signora Comi mi preoccuperei maggiormente di quanto succede nel Belpaese, invece di andare a guardare in casa d’altri. Si vede che la signora è a corto di argomenti.

Gustatevi l’articolo qui di seguito tratto dall’edizione online del Corriere del Ticino:
“Non è passata inosservata la decisione scaturita domenica scorsa dalle urne a Ligornetto dove gli abitanti hano detto sì alla divisione del Paese in due zone con la conseguente chiusura delle strade a fascia oraria.
Oltre a creare agitazioni oltre confine la decisione potrebbe giungere nelle stanze dell’Europarlamento a Bruxelles con la voce della deputata varesina del PDL, Lara Comi. “Sto recuperando in queste ore tutto il materiale inerente la decisione di domenica – ha detto al CdT la parlamentare – desidero avere sotto mano tutte le informazioni del caso per discuterlo con le autorità europee competenti in materia”.
Se si pensa che fu proprio Lara Comi a portare la decisione del Consiglio di Stato ticinese di congelare la metà dei ristorni dei frontalieri direttamente sulla scrivania di Catherine Ashton, vice presidente della Commissione europea, c’è da credere che anche stavolta andrà fino in fondo.”