Progetto NEOShield, Near Earth Objects Shield : uno scudo spaziale allo studio dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea, per proteggere la Terra dall’impatto con un asteroide..

Il 25 gennaio scorso gli astronomi avevano scoperto l’asteroide 2012 BX34, che due giorni dopo, venerdì 27, è passato a “soli” 59mila chilometri dal nostro pianeta. Era grande all’incirca come un autobus.
Non è la prima volta che gli astronomi si accorgono di un asteroide in transito dalle parti della Terra con soltanto poche ore di anticipo.
BX34 è passato lontano e non rappresentava una minaccia, ma la collisione di un asteroide con la Terra non dovrebbe essere esclusa a priori.

Il pensiero degli scienziati dell’ESA attivi nel progetto NEOShield va ovviamente ad Apophis (nell’immagine), un asteroide Near-Earth scoperto nel 2004 e la cui rotta viene seguita con estrema attenzione. Mille chilometri di diametro e alte probabilità di collisione con la Terra nel 2036.

Le tre soluzioni allo studio presso l’ESA sono le seguenti:
Soluzione 1
L’invio di una sonda-scudo spaziale che colpirebbe l’asteroide alla massima velocità, deviando la sua traiettoria.
Una soluzione che pare semplice ma la cui attuazione è assai delicata. In effetti, un asteroide è raramente compatto, è formato da diversi ammassi rocciosi.
Soluzione 2
Una “deviazione indiretta”, con l’invio di una sonda-scudo che si allineerebbe all’asteroide, accompagnandolo nella sua rotta. La massa della sonda dovrebbe attirare a sè l’asteroide, deviandone la traiettoria. Una trazione gravitazionale che durerebbe diversi anni.
Soluzione 3
E’ quella più radicale : l’esplosione di una carica nucleare accanto all’asteroide. Questa tecnica sarebbe usata nel caso in cui l’asteroide fosse troppo grande per essere neutralizzato con uno dei due metodi precedenti, oppure nel caso in cui fosse avvistato troppo tardi (come accaduto il 25 gennaio) per mettere in opera uno di questi due piani di intervento.