La Svizzera è pronta a consegnare migliaia di dati bancari agli Stati Uniti. Dati bancari che sono tuttavia ancora criptati: la decodifica generalizzata è prevista nell’ambito di una soluzione globale nel contenzioso fiscale tra Berna e Washington.
Non si tratta di dati concernenti i clienti ma di attività commerciali delle banche con gli Stati Uniti.
Devono essere trasmessi nel quadro delle procedure ordinarie di sorveglianza e assistenza giudiziaria. Settimana scorsa il Consiglio federale ha deciso di continuare, di principio, a consegnare solamente dati codificati, come fatto sinora. Lunedì ha informato in tal senso la Commissione dell’economia del Consiglio nazionale.
Fino al momento in cui sarà concordata una soluzione globale con le autorità giudiziarie americane, i nomi decodificati potranno essere trasmessi solamente in casi particolari e nell’ambito di un procedimento giudiziario.
Una richiesta dovrà essere presentata alle autorità svizzere, con la precisazione che la persona in questione è punibile secondo il diritto statunitense e svizzero.
La quantité dei dati prevista è – per una singola banca – nell’ordine di 20’000 pagine di dati criptati. Il Dipartimento federale delle Finanze sottolinea come la consegna di questi documenti è importante nell’ambito dei negoziati con Washington. Il DFF non ha voluto rilasciare dettagli riguardo al numero e al nome delle banche coinvolte.
Sono 11 le banche svizzere su cui punta l’attenzione l’autorità fiscale americana. Oltre a UBS, tra queste vi sono il Credit Suisse, Julius Bär, la banca cantonale di Basilea e la banca Wegelin (che per salvare il salvabile, nei giorni scorsi ha venduto i suoi affari non americani al gruppo Raiffeisen).
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