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“L’idea di racco­gliere firme per reintrodurre la tas­sa di successione e donazione abolita da anni, deve esse­re figlia dell’amo­re sconfinato per l’ideologia socialro­mantica di ottocentesca memoria in cui imprenditori senza scrupoli e pre­potenti si opponevano ad un’equa re­distribuzione dei redditi e sfruttavano cinicamente i lavoratori …”

Con queste parole Franco Ambrosetti – presidente della camera di commercio ticinese – apre un suo commento pubblicato oggi sul Corriere del Ticino, dal titolo “Successioni e donazioni tartassate a piacimento?”
Ne riportiamo qui di seguito alcuni passaggi.

“L’iniziativa in questione propone di reintrodurre un’imposta del 20% sulla massa successoria complessiva con una franchigia di 2 milioni di franchi e sulle donazioni superiori ai 20’000 franchi per tutti gli eredi tranne il coniuge o il partner registrato.
Per farne che? Due terzi servirebbero per finanziare l’AVS, un terzo andrebbe ai Cantoni.
Non è finita … dal cilindro spunta la sorpresa: la retroattività della riforma al 1. gennaio 2012.
Gli iniziativisti si propongono di raccogliere 3 miliardi di franchi.

A parte il fatto che la Svizzera è uno dei Paesi OCSE che tassa maggiormente la sostanza (2,2% del PIL contro l’1,8% dell’OCSE), nascono spontanee alcune domande:
1) dato per scontato che l’equità fiscale sia un principio fondamentale fortemente sostenuto dalla sinistra, quante volte lo stesso franco deve venir tassato?
Faccio un esempio semplificativo. Un franco di reddito viene tassato una prima volta con un’imposta poniamo del 20%. Quel che resta, 80 cts, si divide in consumo e risparmio, diciamo 60 cts per il consumo e 20 cts sul libretto in banca.
I 20 cts risparmiati sono ora capitale e pagherete un’imposta sugli interessi ricevuti (reddito) e una sul capitale. Lo stesso franco è stato tassato ben tre volte.
Se al posto di risparmiarli li aveste spesi lo Stato avrebbe incassato un’imposta soltanto; come pure se aveste acquistato un’opera d’arte, francobolli, monete d’oro.
Non verreste tassati nemmeno vendendo, pur realizzando un utile sulla vendita.
Qualora l’iniziativa in questione fosse accettata, allora lo stesso franco verrebbe tassato ancora una volta e cioè quattro volte.

Ovviamente la situazione per gli indipendenti e per le aziende è ben più complessa: un sì all’iniziativa creerebbe non poche difficoltà nei trapassi di proprietà da una generazione all’altra, come pure per le proprietà immobiliari in cui la materia si complica assai.

2) Perché tartassare i cittadini in questo modo quando la Costituzione federale prevede all’articolo 130, comma 3, la possibilità di aumentare il prelievo dell’IVA proprio per garantire il finanziamento dell’AVS?

Oltre alle questioni morali che abbiamo illustrato, ci sono anche due aspetti politici e giuridici che non convincono affatto.
Con l’introduzione dell’iniziativa i Cantoni verrebbero di fatto privati della sovranità fiscale riguardante imposte di donazione e di successione.
Un primo passo per togliere un’arma importante della concorrenza fiscale intercantonale vista come fumo negli occhi da una sinistra perennemente antimercato, con lo scopo ultimo di abolirla definitivamente e per sempre.

La retroattività. Se passasse l’iniziativa la validità della legge partirebbe dal 1. gennaio 2012. Che credibilità può avere uno Stato che cambia le regole del gioco mentre stai giocando?
Prendiamo la proprietà, garantita dalla Costituzione, che prevede la possibilità di confisca con indennizzo.
Se lo Stato decide che è imperativo espropriare un bene lo può fare retroattivamente? Come? Quando introdurremo la tassa sul CO2, la facciamo retroattiva?
La retroattività è una insopportabile prevaricazione della buona fede, è tradimento, è dogmatismo becero figlio del fondamentalismo che pretende di essere padrone assoluto della Verità.”