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Aïcha Gheddafi, figlia del defunto leader libico Muammar Gheddafi, teme che suo fratello Saif al Islam non avrà un processo corretto in Libia e si è dunque rivolta alla Corte penale internazionale dell’Aja.

Catturato lo scorso novembre nel deserto libico, Saif al Islam è attualmente prigioniero a Zentane, dove attende di essere processato in relazione alla repressione della popolazione e dei ribelli anti governativi nei mesi della rivolta contro suo padre.
L’anno scorso la Corte penale internazionale lo aveva incolpato di crimini contro l’umanità, congiuntamente a suo padre. Se verrà processato in Libia rischia di essere condannato a morte. Per questo i suoi famigliari chiedono che sia trasferito all’Aja, per essere giudicato da un tribunale internazionale. Un trasferimento al quale il nuovo governo libico si oppone.

Aïcha Gheddafi e sua figlia, sua madre Safia, i due fratelli Hannibal e Mohammed, così come altri membri della famiglia, sono rifugiati in Algeria dalla scorsa estate. Il governo algerino si è opposto alla richiesta della loro estradizione giunta da Tripoli.