Perché rimandare al governo il preventivo 2012? Semplice! Questo è un Preventivo della rassegnazione, un preventivo del sopravvento dei funzionari e dell’amministrazione, un Preventivo della non politica. In aprile 3/5 del Governo è cambiato, sono entrate in carica 3 nuovi Consiglieri di Stato con lunghi anni di esperienza Parlamentare; hanno quindi vissuto per anni la frustrazione o la malaise di ricevere dei Preventivi in cui il Governo speculava che a fare i compiti fossero la Commissione della Gestione e il Parlamento.
Dalla Direttrice del DFE non ci si aspettava certo iniziative incisive e coraggiose sul fronte del contenimento della crescita della Spesa, non l’ha fatto durante tutto lo scorso quadriennio in situazioni finanziarie favorevoli e sappiamo tutti che preferirebbe agire sull’aumento delle imposte, sul ribaltamento degli oneri ai Comuni e che vuole perfino introdurre il moltiplicatore automatico cantonale di imposta!
Nulla di nuovo. Salvo il fatto che il ruolo ingrato del ministro delle finanze occorre farlo fino in fondo anche se il PLR ha perso la maggioranza relativa in Governo. Esprimo una certa delusione invece verso i 3 nuovi Consiglieri anche perché in campagna elettorale mi è parso che volessero cambiare l’approccio e tentare di ragionare per priorità e non per Dipartimenti.
Concretamente ragionare per priorità, in un Preventivo, significa far diminuire o almeno bloccare certe spese in certi settori per trasferire la differenza a settori, a compiti urgenti e a emergenze che esigono maggiori mezzi. Il Preventivo 2012 non presenta assolutamente nulla di questo compenso tra i Dipartimenti, ma addirittura non vi è nulla che vada in questa direzione nemmeno all’interno dei propri Dipartimenti.
Tutta la spesa aumenta con la solita forza di inerzia a cascata: Dipartimento, Divisioni, Sezioni e Uffici. Non vi è traccia di criticità, di selettività, di scambio di mezzi da un settore all’altro. Abbiamo sui banchi un P 2012 tremendamente rigido che riflette la rinuncia di questo Governo a fare politica già al primo atto importante di legislatura.
Un Governo cambiato nella misura dei 3/5 e con forze motivate e fresche avrebbe dovuto lavorare giorno e notte durante l’estate per presentarci un P2012, non dico in pareggio ma almeno con un deficit più contenuto, ma soprattutto con una dinamica di spesa sia verso il basso che verso l’alto ragionata; e non lasciata al caso e alla monotonia di crescita perenne imposta dall’amministrazione. L’autofinanziamento negativo esprime la vittoria della burocrazia sulla politica.
Il fatto poi che neanche lontanamente si avanza l’ipotesi di presentare entro febbraio-marzo un pacchetto di correzione è disarmante. Ahimè, temo che questo atteggiamento da parte del nuovo Governo lo ritroveremo anche tra le cifre della proposta di PF 2012-15 e lungo il quadriennio appena, ricordiamocelo, iniziato.
Come detto mi auspico che il P 2012 torni in Governo, ma sapendo che non finirà così, propongo un Decreto “frena spesa” non per spendere meno, ma meglio. Significa bloccare i mezzi a certi compiti per dare la differenza della crescita ad altri più importanti. Questo è fare politica finanziaria flessibile e selettiva. Si possono fare deficit, possiamo addirittura permettercelo un po’ grazie alle eccellenti entrate degli ultimi anni.
Ma è immorale fare deficit di 200 milioni semplicemente per mantenere lo status quo di inefficienza amministrativa e burocratica e di inefficacia di certe misure e leggi vecchie tuttora in vigore.
Sergio Morisoli, Granconsigliere