Le due principali organizzazioni di musulmani in Svizzera rilevano come la mancanza di infrastrutture islamiche e di un insegnamento religioso costituiscano un serio problema per i musulmani residenti sul suolo elvetico.

Queste organizzazioni preparano l’elezione di una sorta di Parlamento rappresentativo della comunità islamica in Svizzera.
Una commissione composta da specialisti in diritto pubblico e da giuristi islamici sta esaminando gli statuti in relazione al diritto federale e alle legislazioni cantonali.
Il suoi lavori dovrebbero concludersi entro l’estate, come ha confermato Farhad Afshar, presidente del KIOS, il Coordinamento delle organizzazioni islamiche in Svizzera.

Un primo test elettorale è previsto in autunno a Basilea-città, un cantone scelto per le dimensioni ridotte del suo territorio e per una forte presenza di musulmani. Se tutto si svolgerà come previsto, elezioni a livello svizzero potrebbero aver luogo già nell’inverno 2012-2013. Ogni musulmano domiciliato in Svizzera, di qualunque nazionalità, potrà presentarsi come candidato.

Lo scopo del progetto è dare un’unica voce a circa 400’000 musulmani, far giungere le loro richieste sino alle istanze politiche del paese e dare corpo ai loro consigli in materia di scelte elettorali.
Vi sarebbe inoltre un maggior riconoscimento di questa comunità religiosa da parte dello Stato e della popolazione.
Secondo Farhad Afshar, l’attuale mancanza di infrastrutture islamiche e di un insegnamento religioso sono i principali problemi ai quali si confrontano i musulmani in Svizzera.

La Confederazione ha intrapreso il dialogo con la comunità musulmana nel 2009, ma non attraverso le organizzazioni, bensì direttamente con la società civile, con i musulmani religiosi e laici, di nazionalità svizzera oppure straniera.