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Come volevasi dimostrare, al Casinò di Lugano si annunciano licenziamenti.
Questi tagli occupazionali sono una diretta conseguenza dell’esagerata pressione fiscale con cui la Confederazione grava le case da gioco, ed in particolare quelle titolari di una concessione di tipo A.

Da inizio 2010 il Consiglio federale ha modificato l’Ordinanza sulle case da gioco, col risultato di aggravare ulteriormente il prelievo fiscale sui Casinò A, tra cui appunto quello di Lugano, che si è trovato a dover sborsare ca 4 milioni di franchi in più all’anno.
Il cambio Euro/Franco (data l’alta percentuale di giocatori italiani) e la crisi generalizzata hanno fatto il resto, sicché ora, per far fronte al prelievo fiscale federale, si devono tagliare posti di lavoro.

Personalmente in Consiglio nazionale avevo sollevato la questione in occasione di un’ora delle domande, chiedendo al Consiglio federale se non intendeva ritornare sui propri passi e rinunciare almeno alla tassazione extra introdotta dal primo gennaio 2010, visto che l’eccessivo prelievo fiscale avrebbe rischiato di causare dei licenziamenti; licenziamenti dei quali il Consiglio federale avrebbe portato la responsabilità.
La Consigliera federale Sommaruga, PSS, direttrice del Dipartimento di Giustizia e Polizia, rispose che non ci sarebbe stato alcun ripensamento, e che la situazione particolare del Casinò di Lugano non sarebbe stata tenuta in alcun conto. A questo punto l’epilogo era fin troppo prevedibile.
L’accaduto costituisce l’ennesima dimostrazione di disinteresse da parte della Confederazione per la situazione occupazionale ticinese, e merita dunque di venire ricordato, affinché chi, al Casinò di Lugano, perderà il posto di lavoro sappia chi ringraziare.

Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi