Cheikh Ali Gomaa, Gran Mufti d’Egitto, è uno dei maggiori giuristi del mondo islamico sunnita. Un personaggio influente e ascoltato, che il 20 febbraio ha chiesto maggiore tolleranza verso la sfida rappresentata dallo sviluppo dei social network quali Twitter e Facebook.

In questo modo il Mufti intendeva rispondere alle centinaia di internauti che a gran voce chiedono su Facebook la morte del giovane giornalista saudita Hamza Kashgari, accusato di apostasia per aver scritto un dialogo immaginario con il profeta Maometto su Twitter (vedi correlati).
Il giovane era stato estradato il 12 febbario dalla Malesia, dove si era rifugiato dopo che i suoi commenti su Twitter avevano incendiato il web. Ora si trova in carcere in Arabia Saudita. Rischia concretamente la pena di morte.

“Parliamo con i nostri figli invece di ucciderli – ha detto Cheikh Ali Gomaa, spiegando che se avesse la possibilità parlerebbe con Kashgari per sapere se le parole che ha scritto sono ciò che realmente pensa oppure se si trattava di una provocazione, dell’espressione di un malessere o di veri insulti.
“Insultare il profeta Maometto è qualcosa che non va preso alla leggera – ha detto il Gran Mufti – Da quanto ho potuto leggere, Kashgari stava attraversando un periodo di gran confusione riguardo alla sua fede religiosa. Non ha trovato nessuno con cui poter parlare dei suoi dubbi. Si è così affidato al social network.”

Cheikh Ali Gomaa riconosce che siti come Twitter e Facebook rappresentano una grande sfida per i giovani musulmani, che vengono messi di fronte a una moltitudine di informazioni e a molta disinformazione. Il pericolo è che questo li faccia sentire disorientati circa le loro convinzioni religiose.