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Mercoledì 29 febbraio la Banca centrale europea metterà a disposizione delle banche in difficoltà liquidità per circa 500 miliardi di euro.
Si tratta della seconda operazione di finanziamento in pochi mesi. Infatti, lo scorso dicembre la Bce aveva erogato alle banche 489 miliardi di euro, prestiti a tre anni con un tasso all’1%. A beneficiarne erano stati 523 istituti di credito.

Vere e proprie stampatrici di denaro, scrive oggi il portale di economia Wall StreetItalia.com commentando la notizia: “E’ soprattutto a questo che si è ridotto il ruolo delle Banche centrali del mondo occidentale e l’asta della Bce di oggi fa aumentare il rischio di cadere in una forma di anarchia monetaria.

Nel 2011 misure di iniezione di liquidità così generose si sono tradotte in un prezzi del petrolio più elevati, riducendo la ripresa delle economie, scatenando speculazioni al rialzo e flussi in crescita verso i mercati emergenti più vulnerabili.
Lo scorso gennaio l’economista francese Philippe Herlin (vedi correlati) si chiedeva cosa hanno fatto le banche di tutti questi soldi. E dava lui stesso la risposta: invece di prestarli alle aziende e ai privati in difficoltà, con il rischio di recessione e il tasso d’insolvibilità in aumento, hanno scelto la via meno pericolosa e li hanno rimessi nella Banca centrale europea.

Sempre su Wall StreetItalia si legge il commento di Bob Janjuah, responsabile dell’allocazione di asset presso il gruppo finanziario Nomura : “Siamo in presenza di un’anarchia monetaria, dove la banca elastica tra l’economia reale e i mercati sostenuti al momento dalla liquidità sta diventando sempre più tesa al di là di ogni credenza …
La bolla è ormai presente in tutte le classi di asset. Se e quanto il ciclo attuale imploderà, allora le banche centrali che avranno assistito a una crescita esplosiva dei loro bilanci rappresenteranno un altro problema, più che essere in grado di agire come prestatrici credibili di ultima istanza.
Gli asset reali sono relativamente attraenti ma io aspetterò che questa bolla creata dalle banche centrali esploda. La fine della bolla sarà siglata o da una anarchia monetaria che creerà una maggiore inflazione reale o da un collasso del credito deflazionistico.
Abbiamo visto cosa è accaduto la scorsa primavera, quando la Federal Reserve ha stampato moneta con il Quantitative easing 2 : i prezzi delle materie prime sono balzati ulteriormente e come conseguenza i consumi degli Stati Uniti sono crollati.”