Negli Stati Uniti si riapre il caso dell’omicidio di Robert Kennedy, il candidato alla presidenza ucciso il 6 giugno 1968, alla fine di un discorso all’hotel Ambassador di Los Angeles.

William Pepper e Laurie Dusek, gli avvocati del presunto assassino, il palestinese Sirhan Sirhan, hanno presentato al tribunale di Los Angeles la documentazione che mostrerebbe in maniera inequivocabile che a sparare il colpo mortale sarebbe stato Thane Eugene Cesar, una guardia di sicurezza privata che faceva parte della scorta di Kennedy.

Dopo il discorso che celebrava la vittoria delle primarie democratiche della California, Kennedy e la sua scorta si erano avviati all’uscita dell’hotel passando dalle cucine. Stando alle ricostruzioni, la guardia Cesar camminava proprio alle spalle di Kennedy. Lui gli avrebbe sparato.
Sihan Sihan invece si trovava nella sala dove fino a pochi minuti prima il fratello più giovane del presidente John Kennedy (assassinato il 22 novembre 1963) aveva tenuto il suo discorso.

Sirhan era stato l’unico ad essere arrestato. Oggi ha 67 anni e sta scontando l’ergastolo in una prigione in California. I suoi avvocati chiedono la scarcerazione oppure un processo basato su nuove prove della sua innocenza.
Nella sparatoria che si verificò sia nelle cucine sia nella sala dell’Ambassador vennero ferite diverse persone. Kennedy fu l’unico colpito a morte.
Gli avvocati ritengono che i 13 colpi sparati provenissero da due armi da fuoco diverse e che il colpo che uccise Kennedy non fu sparato dalla pistola di Sirhan, ma da quella dell’agente Cesar.

Nella foto a sinistra, Sirhan Sirhan il 6 giugno 1968, poco dopo il suo arresto. Nell’immagine a lato Robert Kennedy durante un comizio elettorale.