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In Islanda è iniziato il processo all’ex primo ministro Geir Haarde, accusato di grave negligenza durante la crisi economica del 2008. Nel paese la crisi ha provocato il fallimento di tre banche, la sospensione del rimborso del debito estero, il crollo della moneta nazionale e il considerevole aumento dei senza lavoro.

I politici inetti devono essere giudicati in tribunale? Il quesito, di estrema attualità non solamente in Islanda, se lo pone il quotidiano spagnolo El Paìs: “I governi europei erano a conoscenza dell’imminente arrivo della crisi? Fin dove arriva la responsabilità delle banche? La giustizia deve mostrarsi inflessibile nei confronti di banchieri e leader politici?

Kattya Cascante, analista della Fundación Alternativas
Per fare un bilancio dell’attività politica è necessaria un’analisi della sua efficacia e la valutazione della scelta degli obiettivi. In democrazia il governo è vincolato e il Parlamento, oltre a sorvegliare il contenuto delle decisioni politiche, deve avere accesso alle informazioni. Il problema è che nei sistemi politici attuali queste informazioni sono carenti.

Jordi Vaquer, analista politico
I politici che hanno agito illegalmente devono essere processati. Prima della crisi l’Islanda era un paese afflitto da reti clientelari profonde e da una connivenza quasi mafiosa tra i legislatori e le banche.
Nella capitale Reykjavík il vecchio sistema è ancora in piedi. Diversi leader sono sfuggiti ai tribunali, come David Oddsson – primo ministro per vent’anni, poi governatore della Banca centrale e oggi direttore di uno dei maggiori quotidiani nazionali – non soltanto l’ha fatta franca, ma continua a fare pressioni per ostacolare le indagini.

Gonzalo Fanjul, giornalista di El País
Portare alla sbarra un politico per la sua gestione della crisi non è la strada giusta. Il carcere è per i corrotti e per i ladri. Gli inetti, gli svergognati e gli imbecilli devono essere puniti dalle urne.
E’ fondamentale capire le ragioni che portano i leader politici a prendere un certo tipo di decisioni. Quali sono gli interessi che li rendono vulnerabili? Chi può influire sulle loro decisioni? Le responsabilità penali non sono da scartare a priori.

Juan Arias, corrispondente di El País dal Brasile
L’esempio islandese va seguito. Crisi di questa portata stravolgono la vita di milioni di persone e un colpevole deve esserci. Persino nelle aziende più piccole, se viene dimostrata la sua negligenza il direttore deve rispondere delle sue azioni.
I leader politici sono i più responsabili, più dei banchieri e degli industriali. Sono colpevoli di non aver vigilato e a volte anche di complicità con chi ci ha trascinato nel baratro.”