Dall’Isola del Giglio giungono notizie sul recupero del relitto della Costa Concordia, naufragata al largo dell’isola lo scorso 13 gennaio con 4’200 persone a bordo. A quasi due mesi dall’incidente si preme affinchè il recupero inizi nel più breve tempo possibile. .
Allo studio vi sono diversi progetti. Sul ricorso a speciali palloni per un’operazione di sollevamento, Mike Lacey, segretario dell’International Salvage Union (l’associazione delle società di recupero), commenta : “Tutti parlano dei palloni ma non ne esistono di così grandi. Potrebbero essere d’aiuto ma dovranno essere affiancati da qualche altra cosa.”
Al vaglio anche la possibilità di sollevare il relitto tramite diverse gru.
Scartata la proposta di raddrizzare la nave riempiendola di palline di polistirene, in quanto questo materiale non sono è controllabile, si disperde in mare ed è poi difficile da recuperare.
I tecnici della ditta Smit Salvage, anche specializzata nel recupero di navi in avaria, commentano che si può tirare la nave con cavi dal fianco sinistro o si possono costruire strutture metalliche sulla fiancata, sia per dare galleggiamento sia per aiutare la nave nel movimento di rotazione.
L’ultima ratio, se nessuna di queste tecniche funzionerà, sarà lo smembramento in diverse centinaia di pezzi.
Ipotesi questa che non piace alla società Costa, la quale preferirebbe un recupero integro del relitto.