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Un islamista è moderato prima di prendere il potere. Mai dopo. E’ quanto asserisce il giornalista algerino Kamel Daoud sul portale Slate Afrique portando l’esempio del governo “moderatamente islamista” che ha preso il potere in Tunisia.

“Dopo aver vinto le elezioni legislative – scrive Daoud – il primo ministro Ghannouchi va al contrattacco: controllo del sistema educativo, recupero di chi si è allontanato dalla religione, creazione di posti di lavoro particolari per i simpatizzanti della corrente islamista, chiusura dei punti di vendita di bevande alcoliche, maggiore libertà alle milizie salafiste.
Anche i salafisti sono figli della Tunisia, ha detto il premier, che gradualmente sta introducendo nel paese il concetto che l’Islam è la religione di Stato e la Sharia è la base di riferimento per la Costituzione.
Di che paralizzare l’opposizione, che non viene più considerata semplice opposizione ma viene vista come un insieme di nemici dello Stato.

La strategia degli islamisti al potere è attirare il dibattito verso il terreno dell’assolutismo, portarlo fuori dal terreno politico. In questo modo l’avversario si trova a dover rispondere sulla sua fede religiosa, sulle sue credenze come di fronte all’Inquisizione. L’opposizione laica o progressista perde e l’islamista vince.
Nei paesi nord africani liberati dalla primavera araba, gli islamisti tornano a combattere vizi antichi: la donna, il nudo, l’arte, la musica, l’alcol, il corpo, il laico. I governi islamisti non si occupano di indici di sviluppo, di economia, di rilancio ma di morale, autenticità, lingua nazionale, verità e pulizia.

Non esistono governi islamici moderati. Un islamista è moderato prima di prendere il potere, mai dopo. L’islamista non guarda al singolo mandato ma alla salvezza dell’eternità. Non cerca il voto del popolo, cerca la sua conversione. Non gli interessa costruire la società attuale, lui mira a portare la società verso il passato, quando gli arabi erano grandi e conquistavano terre e popoli.
Solo a questo è servita la primavera araba: a dare forza agli adepti di una setta che i vari Gheddafi, Ben Ali e Moubarak riuscivano a controllare tramite dittatura e tolleranza zero sull’insieme della popolazione.”