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Mancano sei mesi alla svolta del “denaro pulito” decisa dal Consiglio federale sotto la pressione di Stati Uniti e Unione europea.

Una svolta che segnerà la fine dell’afflusso nel mercato finanziario svizzero di fondi non dichiarati, scrive il portale di economia Wall Street Italia.com: “Già sottoposti alle pressioni di Europa e Stati Uniti in materia di segreto bancario, tra sei mesi i banchieri svizzeri dovranno adeguarsi alla nuova strategia adottata dal governo e che metterà la parola fine alla tradizione della raccolta di fondi non dichiarati.
Alle banche verrà impedito di accettare fondi non dichiarati e di regolare i casi depositati negli anni passati.
Per le situazioni più delicate bisognerà determinare le misura che deve prendere l’istituto. Una soluzione potrebbe essere l’interruzione del rapporto d’affari e se il cliente vuole trasferire i suoi soldi altrove, la banca dovrà assicurarsi che i capitali lascino effettivamente la Svizzera.

Per ora, come sottolinea un banchiere di Zurigo, accettare soldi non dichiarati non è illegale e non è nemmeno contrario alla Convenzione di diligence, l’intesa che regola i comportamenti degli istituti di credito.
Però i discorsi che i banchieri rivolgono ai clienti è cambiato. Il messaggio è : se volete restare da noi, dovrete mettervi in regola.
Presso le banche, i “soldi puliti” sono diventati il principale oggetto di preoccupazione.

La domanda da porsi è : i clienti avranno ancora interesse a restare in Svizzera a queste condizioni? Molti banchieri nutrono forti dubbi, a meno che le tariffe di gestione della fortuna dei privati non vengano ridotte in maniera drastica. Il che potrebbe succedere, anche perchè questi servizi sono più cari in Svizzera che in tutte le altre piazze finanziarie.”