Mohamed Merah, il giovane franco-algerino autore della strage alla scuola ebraica di Toulouse e responsabile della morte di tre paracadustisti, è morto giovedì poco prima delle 13h00, durante uno scontro a fuoco con il corpo d’élite della polizia francese.
Si è gettato da una finestra del suo appartamento con le armi in pugno, continuando a sparare sugli agenti. In questo modo si è concluso l’assedio iniziato mercoledì alle 3h10 del mattino.
Disappunto di Nicolas Sarkozy, che aveva dichiarato di volerlo prendere vivo, per interrogarlo e portarlo di fronte alla giustizia.
Secondo quanto ha confermato Claude Guéant, ministro dell’Interno, ieri mattina Merah aveva dichiarato che si sarebbe arreso nel corso del pomeriggio, poi che avrebbe reso le armi mercoledì sera. Infine aveva fatto sapere che non si sarebbe arreso, che non si sarebbe fatto prendere vivo e che sarebbe morto con le armi in pugno.
Aveva definitivamente interrotto le comunicazioni mercoledì sera.
Stamani alle 11h30 gli agenti hanno ricevuto l’ordine di fare irruzione nell’appartamento in cui era barricato martedì sera.
Lo scontro a fuoco è stato violento. Continuando a sparare il giovane si è gettato da una finestra, schiantandosi al suolo diversi metri più in basso. Nella sparatoria sono rimasti feriti diversi agenti.
La serie degli omicidi a opera di Merah era iniziata l’11 marzo, quando un soldato di 30 anni, un paracadutista di Toulouse, era stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco in un quartiere residenziale della città, da un uomo (Merah) che era fuggito su uno scooter.
Il 15 marzo a Montauban tre militari, anche paracadutisti, di 23, 25 e 27 anni erano stati colpiti dai proiettili sparati dal giovane franco-algerino, che anche in questa occasione era poi scappato su uno scooter. Due sono morti, mentre il terzo si trova ricoverato in gravi condizioni.
Lunedì 19 marzo, un adulto e tre bambini sono stati uccisi alla scuola ebraica Ozar Hatorah di Toulouse. Anche qui Merah era giunto a bordo di uno scooter.
I funerali di queste quattro vittime, il rabbino Jonathan Sandler, 30 anni, i suoi due figli Gabriel e Arieh, 3 e 5 anni e Myriam Monsenego, 8 anni, si sono svolti a Gerusalemme mercoledì 21 marzo.
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