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Gli alloggi di vacanza faranno eccezione alla regola del 20%, come era stato affermato dagli iniziativisti durante la campagna in vista del voto dell’11 marzo? Questo è un aspetto sul quale ancora non è stata fatta chiarezza.

Con questa frase il quotidiano romando la Tribune de Geneve introduce l’intervista a Jean Michel Cina, Consigliere di Stato vallesano che nel suo cantone si era battuto strenuamente contro l’iniziativa Weber sulle residenze secondarie.
Qui di seguito alcuni passaggi delle considerazioni di Cina.

“Il Consiglio federale raccomanda ai comuni di sospendere da subito le nuove procedure di licenze edilizie se la soglia del 20% è già stata raggiunta. Però secondo i cantoni alpini le domande di costruzione sono possibili sino alla fine del 2012.
Si deve continuare ad applicare la legge attuale. Tuttavia si dovrebbe precisare che il promotore deve assumersi i rischi legati alla nuova legge.
E’ necessaria una certa flessibilità, non è possibile reinventare il turismo in poco tempo. Priorità assoluta è adottare una linea chiara, a livello federale, della residenza secondaria. Al riguardo vi sono grossi dubbi e questa era una delle lacune principali di questa iniziativa.
Se un vallesano lavora a Berna e vi trasferisce il domicilio, la sua casa in Vallese diventa residenza secondaria? Senza una precisa definizione non si può determinare la quantità esatta di alloggi secondari nei comuni e ancor meno dire se il 20% è stato sorpassato.

Non si tratta unicamente di far entrare in vigore l’iniziativa. I cantoni alpini vogliono discutere misure di sostegno al settore alberghiero, la possibilità di creare residenze turistiche sul modello francese, con riduzioni fiscali accordate dallo Stato, ecc.
La Confederazione deve associarsi a queste riflessioni.
Siamo in un mercato dove le persone non possono sempre permettersi un soggiorno in albergo. Si deve offrir loro nuove forme di residenza. Il problema, con la rigidità dell’iniziativa, è che non ci lascia abbastanza tempo per operare questa transizione.
Per riorientare il turismo penso a cooperative che riuniscono i proprietari che decidono di mettere sul mercato i loro beni immobiliari. Questa gestione comune può favorire la locazione. Si devono attirare i clienti anche nei periodi meno interessanti dell’anno. Per questo ci vuole una scelta di misure concrete e questo lavoro va fatto in collaborazione con la Confederazione, perché vanno risolte questioni di fiscalità e di flessibilità nell’utilizzo del territorio.”