Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

Con i tassi d’interesse bassi, i prezzi degli immobili salgono al punto che diverse banche diventano più restrittive in materia di fondi propri, limitando in particolare il finanziamento tramite il 2. pilastro.

Primi segni di un’accresciuta cautela nella concessione di crediti ipotecari, scrive oggi il quotidiano romando Le Matin.ch : “Diverse banche si mostrano più esigenti sulla provenienza dei fondi propri portati dai futuri proprietari. In pratica, non accettano più che il 20% dei fondi propri abitualmente richiesti sia integralmente finanziato dal 2. pilastro.
La maggior parte degli istituti di credito chiede che almeno il 5% dei fondi propri provenga da un “risparmio reale”.

“Nella prospettiva di un surriscaldamento parziale del mercato immobiliare accettiamo solo con riserva i soldi del 2. pilastro – conferma una portavoce della banca Raiffeisen – Ora chiediamo maggiormente fondi propri derivanti da valori patrimoniali, in contanti o del 3. pilastro.
Questi devono costituire almeno il 5% dell’investimento, ma Raiffeisen chiede anche il 10% o di più.”
Raiffeisen non è un caso isolato. La Banca cantonale del canton Argovia ha indicato, sulla SonntagsZeitung, che esige che almeno il 10% dell’investimento provenga da contanti o dal 3. pilastro.
Stessa situazione per la Banca cantonale di Berna. Dalla scorsa estate questa non considera più i soldi del 2. pilastro come “veri fondi propri”.
“Questi soldi servono a garantire gli anni della pensione. Devono essere piazzati in maniera sicura – ha dichiarato un portavoce della banca al giornale economico Finanz & Wirtschaft – Ai prezzi attuali il mattone non è un investimento sicuro. Siccome i fondi propri sono presenti per parare i colpi in caso di calo dei prezzi, vogliamo evitare che le persone perdano i soldi che devono finanziare parte della loro pensione.”