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Solleva più di un interrogativo la costatazione che, nel ramo delle installazioni elettriche, nel primo trimestre di quest’anno le assunzioni di manodopera frontaliera tramite notifica sono grosso modo raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2011.

Trattandosi di assunzioni temporanee (le notifiche riguardano prestazioni lavorative fino ad un massimo di 90 giorni), il loro incremento contribuisce ad accentuare ulteriormente la flessibilità e la precarietà del mercato del lavoro.
Questi lavoratori, che sono perlopiù assunti da agenzie di lavoro temporaneo per essere poi prestati alle ditte del ramo, vanno ad alimentare un’area variabile e oscillante di prestazioni lavorative.
Le ditte tendono ormai a dotarsi di un nucleo ridotto di collaboratori stabili, al quale affiancano una corona esterna di collaborazioni facilmente riducibili in caso di calo dell’attività.
I rischi derivanti dalle variazioni della congiuntura e del mercato vengono in questo modo scaricati all’esterno: in primo luogo sulle agenzie di lavoro temporaneo, che a loro volta li trasferiscono sulle spalle dei lavoratori da esse reclutati e prestati.
La volontà delle ditte di comprimere i rischi aziendali ha fatto sì che questa corona di manodopera esterna abbia oggi una dimensione complessiva particolarmente consistente e svolga un ruolo ormai strutturale.

Facendo uso delle facoltà di cui all’art. 142 L GC/CdS formulo al Consiglio di Stato la seguente interrogazione:
1. È al corrente del fenomeno che vede un aumento delle assunzioni di personale frontaliero nel settore delle installazioni elettriche?
2. Non ritiene che l’impiego di tale manodopera tramite la semplice notifica pone un interrogativo di natura formativa e occupazionale giacché la facilità con la quale le ditte accedono a collaborazioni esterne – che si possono oltretutto sganciare in caso di contrazione dei mandati – può indurle ad un minor impegno di inserimento dei giovani al termine del tirocinio?
3. Vi sono altre categorie professionali dove si riscontra questo fenomeno?
4. Cosa intende fare il Governo, in accordo con le parti sociali, per tutelare la qualità professionale di una categoria?

Lorenzo Jelmini, PPD