Philippe Kenel, avvocato ginevrino e presidente della Lega contro il razzismo e l’antisemitismo considera inammissibile la presenza di Mein Kampf nelle librerie in Svizzera : “Come può un’opera all’origine dell’Olocausto, scritta dall’istigatore del peggiore orrore della Storia essere sugli scaffali delle librerie? La legge lo permette, ma si tratta di una responsabilità morale. Il libro deve essere tolto dal commercio. Metterlo in vendita è una pratica irresponsabile.”


Una pratica forse irresponsabile ma certamente sempre più estesa nelle librerie svizzere. La libreria Payot a Losanna conferma di aver venduto nel 2011 trenta esemplari dell’opera scritta da Adolf Hitler e definita il catechismo della gioventù hitleriana.

In Germania gli scritti nazisti non possono essere messi in commercio, mentre in Svizzera la vendita è libera.
Sino a qualche mese fa il Mein Kampf era disponibile ma non era esposto sugli scaffali. In certe librerie, come alla Fnac, per poterlo acquistare si doveva presentare una carta d’identità.
Payot ha deciso di invertire questa tendenza e operare la vendita alla luce del giorno: “L’opera viene presentata come oggetto commerciale e il lettore la acquista con cognizione di causa. Il lettore è libero delle sue scelte e può riflettere, è adulto. Anche a questo servono le otto pagine di avvertimento che sono state inserite all’inizio dell’opera.”

A Sion, Françoise Berclaz, proprietaria della libreria La Liseuse, è sulla stessa linea di pensiero di Payot : “Il dovere di un libraio non è fare censura, né propaganda. Nella mia libreria il Mein Kampf si trova sugli scaffali, è un libro che fa parte della Storia. Come si può giudicare e farsi un’opinione su quanto è successo se non vi si ha accesso?”

(Fonte: Le Matin.ch)