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Un paio di settimane fa, Michele Cucuzza, conduttore di Radio2 Days, mi ha chiesto di intervenire nel suo programma. Si parlava di donne e della loro scalata verso le cime alte del potere.

Per questo motivo sono stato costretto a pensare un po’ a cose che a volte si danno per scontate.
Le donne sono meglio degli uomini? E se sono meglio, perché ce ne sono così poche ai vertici? Sono discriminate? O forse non sono portate? Esiste una via femminile alla pubblica amministrazione?
Io faccio parte di quella generazione che sosteneva che se le donne avessero potuto andare al potere avrebbero mostrato agli uomini che si poteva governare con maggior senso di giustizia e di umanità. Eravamo fortemente convinti che le donne avrebbero spiazzato gli uomini promuovendo un mondo migliore.

Non posso che dichiararmi deluso. Correndo pericolosamente sul lacerante crinale del politicamente scorretto, devo ammettere che le donne non ci hanno mostrato nessuna nuova via.
E so anche il perché. Perché le donne raggiungono posti di reale potere solo quando vengono cooptate dagli uomini. Che le selezionano sulla base della loro somiglianza agli uomini.
E così le donne che comandano fanno le guerre come gli uomini, evitano di promuovere la giustizia sociale come gli uomini, tassano i poveri e difendono i capitali dei ricchi esattamente come hanno sempre fatto gli uomini. Sono violente, arroganti e presuntuose come gli uomini.
È triste ammetterlo: le donne che comandano sono uomini.

Claudio Sabelli Fioretti
Pubblicato sul settimanale del Corriere della Sera “Io donna” del 14.4.2012, per gentile concessione dell’autore