Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/clients/d43697fba9b448981cd8cd1cb3390402/web/content/themes/newsup/single.php on line 88

Oggi il Consiglio federale ha trasmesso alle Camere il messaggio sugli accordi fiscali con la Germania e la Gran Bretagna. In un secondo tempo trasmetterà il trattato stipulato con l’Austria.
Sugli accordi dovranno pronunciarsi anche i Parlamenti dei tre paesi
.

Le Camere tratteranno il dossier in giugno, nell’ottica di un’entrata in vigore a gennaio 2013. Al contempo si pronunceranno riguardo alla legge sull’imposizione internazionale alla fonte, che deve esplicitare l’applicazione di questi accordi.
E’ attesa l’opposizione dai ranghi dell’UDC, che critica diverse clausole, in particolare quelle che vertono all’estensione dell’assistenza amministrativa. Non piace la possibilità data alle autorità germaniche di controllare, in Svizzera, se i consulenti bancari dei clienti tedeschi rispettano le normative tedesche in materia di investimenti e protezione dei dati.
Un altro punto che non viene approvato, perché giudicato insufficiente, è il fatto che il governo tedesco si è impegnato unicamente a non cercare “in maniera attiva“ di acquisire dati rubati nelle banche svizzere.

Chi invece sostiene gli accordi siglati dalla Confederazione ribadisce che non vi era altro modo per mettere fine alle annose controversie fiscali.
I tre accordi sono simili tra loro. Si basano sull’imposizione di una tassa che permetterà di regolarizzare i fondi neri depositati nelle banche svizzere e su un’imposta alla fonte dei futuri redditi dei capitali.
I contribuenti stranieri potranno scegliere se dichiarare i fondi al fisco dei loro paesi oppure se sottostare all’imposizione – anonima – prevista dall’accordo.
In questo secondo caso, la tassa viene prelevata dalle banche svizzere e riversata al paese in questione.

(Fonte : La Tribune de Geneve.ch)