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Il Consiglio d’Europa con sede a Strasburgo ha elaborato una risoluzione per rinforzare la lotta contro l’evasione e la frode fiscale. In programma c’è una politica più severa nei confronti dei paradisi fiscali.

Il testo approvato viene indirizzato al Fondo monetario FMI, all’Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico e ai 47 Stati membri del Consiglio.
Ad eccezione del socialista Andreas Gross, tutti i rappresentanti svizzeri presenti a Strasburgo si sono pronunciati contro.

La Svizzera fa parte del Consiglio d’Europa dal 1963. Il rapporto che accompagna la risoluzione cita l’indice di opacità finanziaria della rete internazionale per la giustizia fiscale, il Tax Justice Network. La Confederazione figura al primo posto, davanti alle isole Cayman, al Lussemburgo, a Hong Kong e agli Stati Uniti.

All’origine del rapporto c’è il parlamentare socialista belga Dirk Van der Maelen, che ha sottolineato l’effetto devastante della frode e dell’evasione fiscale. Senza un sistema fiscale trasparente, commenta, nessuno Stato può funzionare.
Van der Maelen ritiene che 1,6 miliardi di dollari di fondi non dichiarati provengano ogni anno dai paesi sotto sviluppati. Una cifra dieci volte maggiore a quella che l’aiuto allo sviluppo versa a questi paesi.
Incita dunque i parlamentari svizzeri a essere più attivi nella lotta contro l’evasione fiscale. Il testo, ha spiegato, è un elemento aggiunto negli sforzi internazionali per l’equità fiscale.

Il testo del Consiglio d’Europa è stato criticato dal Consigliere agli Stati friburghese dell’UDC Urs Schwaller. Membro della delegazione svizzera presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio, Schwaller si è detto dispiaciuto che la Svizzera venga considerata uno Stato truffaldino. Gli sforzi fatti dalla Confederazione in questi ultimi anni non sono stati considerati a sufficienza.
L’UDC ha invitato il Consiglio federale a respingere con fermezza le critiche assurde e false del Consiglio d’Europa.
In un comunicato diffuso venerdì scorso, il partito ritiene che questo Consiglio sia stato strumentalizzato dagli Stati europei prossimi al fallimento e dalle piazze finanziarie in concorrenza con la piazza elvetica.

(Fonte: La Tribune de Geneve.ch)