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Dopo quasi due anni di negoziati sullo scudo antimissile in Europa, la Russia e la Nato si trovano in un vicolo cieco e malgrado vi sia ancora spazio per ulteriori negoziati, nel caso di un aggravarsi della situazione Mosca non esclude il ricorso a un attacco preventivo.

A partire da maggio sarà operativo presso la base militare statunitense di Ramstein, in Germania, il centro di comando del sistema di scudo antimissile europeo.
La Spagna ospiterà i mezzi navali statunitensi con i missili intercettori, mentre il sistema di rilevazione radar sarà in Turchia.
Gli intercettori terrestri saranno inoltre collocati in Romania entro il 2015 e in Polonia entro il 2018, anno in cui il sistema sarà pienamente operativo.
Gli Stati Uniti insistono sul fatto che lo scudo antimissile – che si basa sulla tecnologia americana – serve a proteggere l’Europa dalle minacce iraniane, ma la Russia lo considera una minaccia alla sua sicurezza nazionale.
Il generale Nikolaï Makarov, capo di Stato maggiore delle forze armate russe, ha dichiarato oggi, in occasione di una conferenza internazionale a Mosca sulla difesa antimissile, che tenuto conto del carattere destabilizzante dello scudo, la Russia potrebbe colpirne le infrastrutture a titolo di prevenzione, qualora la situazione andasse aggravandosi.
Makarov ha fatto sapere che una delle opzioni di Mosca per distruggere le infrastrutture del sistema di difesa europeo sarebbe il dispiegamento di armamenti e missili Iskander nel sud e nel nord-ovest della Russia.

Malgrado anche la Nato affermi che lo scudo è unicamente una difesa contro una minaccia proveniente dal Medio Oriente, il governo di Washington ha rifiutato di fornire garanzie giuridiche comprovanti che il sistema dispiegato non sarà diretto contro le forze di dissuasione russe.
Presente alla conferenza di Mosca, il segretario generale delegato della Nato Alexander Vershbow ha indicato che lo scudo antimissile europeo non sarebbe sufficientemente potente per neutralizzare le forze russe di dissuasione. Infatti, può intercettare un numero ridotto di missili strategici.