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Non sarà facile per la Grecia costituire un nuovo governo dopo la cocente batosta inflitta dagli elettori ai due partiti che avevano accettato le politiche di austerità imposte dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale.

Nelle elezioni legislative del fine settimana, i partiti che si oppongo all’aumento del regime di austerità hanno ottenuto 150 seggi in Parlamento, la metà esatta. In Parlamento entra anche il partito neo-nazista Chryssi Avghi (Alba dorata).
Gli altri 150 seggi, ossia meno della maggioranza assoluta di 151 seggi, sono andati a partiti pro-austerità e pro-europei, il Pasok (i socialisti dell’ex premier Papandreou) e la Nuova democrazia (la destra), che governano insieme in una coalizione da novembre.

I due grandi vincitori sono la sinistra radicale Syriza, che con 51 seggi diventa la seconda forza politica del paese e il partito neo-nazista Chryssi Avghi, che entra in Parlamento con 21 deputati.
Il dirigente di questa formazione, Nikos Mihaloliakos, ha affermato domenica che il suo gruppo lotterà contro gli usurai mondiali e la schiavitù imposta alla Grecia in cambio dell’aiuto finanziario di UE e FMI.
Domenica sera il capo del partito Syriza Alexis Tsipras, 37 anni, ha dichiarato che il risultato del voto annulla il memorandum dell’accordo che prevede nuove misure di austerità nel paese, in cambio di un totale di 240 miliardi di euro destinati a salvare la Grecia dal fallimento.
Il suo partito chiede la sospensione del servizio del debito, la cancellazione di una parte del debito pubblico e misure di rilancio economico e sociale. Tsipras non chiede l’uscita della Grecia dalla Zona euro, anche se in campagna elettorale il Pasok lo ha spesso accusato di andare in quella direzione.

Secondo Panayotis Petrakis, professore di economia finanziaria all’università di Atene, “la Grecia ha ancora un piccolo margine di manovra grazie alla vittoria in Francia di François Hollande, che dovrebbe impedire che l’Europa ci abbandoni brutalmente. Ma è necessario al più presto un governo di tecnocrati, in caso contrario si rischia di tornare presto alle urne.”