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Quando si hanno informazioni di questo genere, ci si deve poter rivolgere alla presidente della Confederazione : Micheline Calmy Rey ritiene giusto che il Consigliere nazionale Christoph Blocher l’abbia consultata riguardo alla vicenda di Philipp Hildebrand.

“Ho subito fatto verificare la plausibilità delle sue dichiarazioni. Se erano corrette avremmo avuto un bel problema. E così è stato. Ho dunque parlato con Philipp Hildebrand e informato il Consiglio federale – racconta l’ex presidente della Confederazione ed ex Consigliera federale in un’intervista sul domenicale Le Matin Dimanche.
Interrogata circa l’eventuale annullamento dell’immunità parlamentare di Blocher, Micheline Calmy Rey trova giusto che un deputato possa parlare alla presidente della Confederazione quando è in gioco la reputazione della Svizzera. Una reputazione che lei, in quanto presidente, doveva difendere.

Professoressa invitata presso l’Università di Ginevra, Micheline Calmy Rey deplora che non vi sia il consenso interno sul posizionamento della Svizzera nel mondo. Ad esempio sullo scambio d’informazioni in materia fiscale o sulla politica europea.
“Ci si scalda dicendo che mai si abbandonerà il principio e poi si finisce per concedere un piccolo pezzo e in seguito si cerca di recuperare quel che si è concesso. Questo dà il sentimento che manchi una strategia, la definizione di una linea, di un chiaro posizionamento – critica l’ex responsabile della diplomazia elvetica.
“Abbiamo celebrato il 500esimo anniversario di Calvino e festeggiamo i 300 anni di Rousseau. Hanno elaborato un pensiero universale al quale tutti si ispirano. Sarebbe un peccato se noi, che abbiamo ereditato da questa tradizione secoli di democrazia e di apertura, iniziassimo a camminare all’indietro e cadessimo nella trappola del chiudersi in sè stessi.”