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In occasione del summit eccezionale previsto mercoledì sera a Bruxelles, il presidente francese François Hollande intende promuovere il ricorso alle euro-obbligazioni, che invece la Cancelliera tedesca Angela Merkel rifiuta categoricamente.
Gli analisti temono che privata del motore franco-germanico, l’Unione europea sprofondi ancora di più nella crisi politica
.

Sostenendo il ricorso alle euro-obbligazioni, il presidente francese François Hollande minaccia l’intesa che da anni esiste tra Francia e Germania, scrive il quotidiano tedesco Financial Times Deutschland : “Hollande sarà intransigente e anche di fronte alle opposizioni di Angela Merkel non lascerà subito cadere le sue idee.
Il presidente francese ha certamente dalla sua la simpatia tacita di numerosi capi di governo della Zona euro, i quali apprezzano il fatto che la Cancelliera tedesca non abbia più il chiaro dominio sull’Europa.
… In Francia, a metà giugno si terranno le elezioni legislative e di fatto Hollande è ancora in campagna elettorale. Non può dunque deviare dalle posizioni che aveva assunto nella corsa all’Eliseo.
Sino a quando non capirà cosa sia esattamente importante per il presidente francese, Angela Merkel non farà nessuna concessione. Il summit di Bruxelles di mercoledì sera sarà dunque marcato da divergenze, ma questo non è così drammatico.
Quel che è invece davvero pericoloso è che i due non riescano a trovare un accordo nemmeno dopo le legislative di giugno. Senza l’appoggio dell’intesa franco-germanica, l’Europa andrà a schiantarsi dritta contro un muro.”

Il dibattito sulle euro-obbligazioni e la nuova strategia di crescita in programma al summit di Bruxelles sono per il quotidiano portoghese Público il segno di un graduale cambiamento nella politica economica europea.
“Un vento nuovo soffia sull’Europa – si legge nell’articolo – e sembra annunciare la fine della dirigenza di Angela Merkel e della sua politica di austerità.
… Le elezioni in Francia sono state sufficienti per far seriamente riflettere l’Europa e per farle considerare eventuali alternative alla via caotica che sta percorrendo.
Siamo realisti, il summit di Bruxelles non significherà in nessun caso la fine dell’austerità che soffoca l’economia e in Portogallo fa esplodere la disoccupazione. Nemmeno segnerà l’avvento delle euro-obbligazioni.
Se dunque è troppo presto per scongiurare la vittoria di una politica economica espansionistica, si potrebbe però iniziare a credere che le sanzioni imposte da Angela Merkel ai paesi più deboli sono destinate al fallimento.”