Il Parlamento europeo di Strasburgo ha adottato giovedì una risoluzione contro la decisione della Svizzera di limitare l’entrata nel paese di cittadini provenienti da otto paesi d’Europa centrale.
Il Consiglio federale ha fissato a 2’180 il numero di cittadini di otto Stati dell’est europeo che potranno avere un permesso B per lavorare in Svizzera fino all’aprile 2013.
L’attivazione della clausola di salvaguardia è discriminatoria, sostiene Strasburgo, che chiede al Consiglio federale di riconsiderare la decisione.
Gli otto paesi in questione sono Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Repubblica ceca.
Il Parlamento europeo ha accettato la risoluzione contro la Svizzera con 486 voti a favore, 30 contrari e 27 astensioni. Il testo, non vincolante, sarà trasmesso alla Commissione europea e alle autorità svizzere.
La deputata olandese Auke Zijlstra, del partito della Libertà di Geert Wilders (destra nazionalista), ha detto di approvare la decisione della Svizzera, in quanto l’apertura delle frontiere porta problemi e la Svizzera si preoccupa e agisce a favore degli interessi dei suoi cittadini.
Per contro, la deputata olandese dei Verdi Marije Cornelissen ha dichiarato che la Svizzera esercita un’inaccettabile discriminazione, in quanto non si possono dividere i cittadini europei in quelli che sono benvenuti e quelli che non sono benvenuti.
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