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In un’intervista sul portale d’informazione Atlantico.fr, l’economista Philippe Simonnot si esprime sullo Ior, l’Istituto delle opere di religione (la banca vaticana), all’indomani dell’allontanamento del suo presidente, Ettore Gotti Tedeschi.

Mancanza di trasparenza nella gestione degli affari dello Ior. Leggasi : fondi occulti e riciclaggio. Questo sarebbe stato il motivo alla base della partenza di Gotti Tedeschi.
Di certo la Chiesa non ignora gli arcani della finanza, commenta Simonnot : “I finanzieri dello Ior sono esperti di alto livello e conoscono la finanza molto bene.
Il fatto è che la Chiesa, e con essa la banca vaticana, ha una grande tradizione di clandestinità, in quanto come ogni entità depredata diverse volte nel corso della Storia ha preso l’abitudine di nascondere i suoi conti, di circondarli di oscurità. Il tutto agevolato dal fatto che il Vaticano è uno Stato sovrano e deve rendere conto solo a sé stesso e a Dio.

Dello Ior e di chi al suo interno si occupa dei movimenti di fondi si sa ben poco, in realtà. Vi sono dei fondi pubblici ma è pressappoco tutto quello che si sa.
Ci si deve rendere conto che la poca trasparenza è un notevole vantaggio. Negli anni 1980 ha permesso a Papa Giovanni Paolo II di finanziare il movimento Solidarność nella sua ribellione contro il regime e di riflesso contro l’Unione Sovietica. I fondi venivano trasferiti segretamente e dunque erano protetti da questa opacità.
Vi sono costantemente movimenti che possono essere solamente clandestini. Del resto, la Chiesa beneficia di donazioni, spesso in contanti versati da persone che vogliono mantenere l’anonimato. Il vecchio detto della borghesia francese “Il rumore non fa bene e il bene non fa rumore” conviene perfettamente alle finanze del Vaticano. Malgrado siano stati imposti sforzi per una maggiore trasparenza, si resta largamente nel chiaroscuro.

Fino a quando non vi sarà una chiara denuncia e un presa di posizione dall’esterno, il Vaticano non metterà in opera una politica di comunicazione capace di rischiarare alcune zone d’ombra, almeno per adeguarsi alle regole bancarie.
Lo Ior beneficia di un margine di manovra e ne trae profitto. Il Vaticano ha duemila anni e una grande tradizione di segreto, diplomazia, influenza e finanze. Ricordiamoci che tutti i grandi banchieri provenivano dal Vaticano.
Il colosso bancario statunitense JP Morgan ha minacciato lo Ior di interrompere le relazioni finanziarie se proseguirà nella sua mancanza di trasparenza, ma credo che l’unico a prendere dei rischi sia JP Morgan, perchè in ogni caso non potrà provare nulla. Si deve capire che le zone d’ombra sono inevitabili, anzi direi che sono una prerogativa della banca vaticana.”