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Per ricapitalizzare le banche spagnole, il governo del primo ministro Mariano Rajoy dovrà probabilmente chiedere aiuto al fondo di salvataggio dell’Unione europea.
Questo malgrado i 1000 miliardi di euro messi a disposizione dalla BCE e di cui le banche spagnole hanno potuto approfittare
.

Lo Stato appoggia le banche, ma il buco è troppo grande e il paese è costretto a chiedere un aiuto esterno che potrebbe implicare la messa sotto tutela della politica economica spagnola, scrive il quotidiano spagnolo El Paìs : “Lunedì Rajoy aveva ancora negato che le banche spagnole avranno bisogno di un aiuto esterno, ma il buco di Bankia (lo Stato dovrà versare nelle sue casse 19 miliardi di euro) spinge il paese sempre più verso l’abisso.

“È probabile che quest’anno la Spagna entri in un programma tutelato da UE, BCE e FMI per ricevere i fondi con cui gestire il debito pubblico e la difficile situazione delle banche – dichiarava già mesi fa il capo economista della conglomerata finanziaria internazionale Citigroup, William Buiter.
La scorsa estate il Fondo europeo di stabilità finanziaria era stato modificato per evitare il crollo di buona parte del settore bancario spagnolo.
Ne era stata aumentata la dotazione da 440 miliardi a 780 miliardi di euro (anche se la capacità effettiva non ha in realtà superato i 440 miliardi).
Poi erano state ampliate le competenze: il meccanismo avrebbe potuto essere utilizzato anche per ricapitalizzare entità finanziarie attraverso il prestito agli Stati.
Il problema è che così il denaro passa prima per le casse del governo, che si assume il peso del debito per poi ricapitalizzare gli enti in difficoltà.
E’ un sistema che implica clausole come quelle imposte a Grecia, Irlanda e Portogallo. L’Unione europea avrebbe voce in capitolo negli affari spagnoli come la politica fiscale, i servizi pubblici, le privatizzazioni e la gestione degli enti ausiliari, imponendo i ben noti e austeri programmi di ristrutturazione.”