Questa “intervista-contro”, concessa dall’on. Eros Nicola Mellini, segretario cantonale dell’UDC Ticino, si aggancia alla prima Assemblea generale di AreaLiberale, svoltasi lo scorso 29 maggio alle cantine Lucchini, e al reportage che ne ha fatto Ticinolive. Le provocazioni sono del professor Francesco De Maria.

Francesco De Maria Bella serata, ben frequentata, si sente che tira aria nuova. Il messaggio di Morisoli mi sembra evidente: si può essere liberali anche al di fuori del PLR. Questo è il primo mattone della nuova casa della Destra! Qui si sta costruendo…

Eros Nicola Mellini Premetto che, nei confronti di AL non mi considero un cattivo, semmai un pragmatico. E in questa serata ho visto un sacco di idealismo – ben venga la buona fede nella politica nostrana e no – ma di pragmatismo neanche l’ombra. Un esempio: AL si prefigge di affrontare parecchi temi federali: ma è pragmatico farlo fondando un piccolo partito a livello puramente cantonale, senza il referente nazionale? Non sarebbe stato ben più logico farlo nelle fila dell’UDC, maggiore partito a livello nazionale per numero d’elettori?
Primo mattone della nuova casa della Destra? Ma con l’UDC la Destra ha già una casa totalmente costruita e con certificazione d’agibilità. In tutti i punti toccati questa sera dagli esposti dei vari oratori, non ho trovato una virgola con cui potrei dissentire. Sono tutte posizioni profondamente liberali – radice dalla quale proveniamo anche noi dell’UDC e che, a differenza del PLR, abbiamo mantenuto nel tempo – che il mio partito applica e diffonde dal 1992 quando ci fu la svolta Blocheriana in occasione della votazione sullo SEE, che portò il partito dall’11% al clamoroso 28,9% del 2007.
Francamente capisco e, in qualche modo, ammiro il coraggio di Sergio Morisoli e dei suoi sostenitori. Rimango tuttavia dell’opinione che la fondazione di AL sia un errore madornale.


FDM Ho chiesto a Morisoli: “Come mai non sei andato nell’UDC? Non ti hanno offerto nulla? Non ti hanno voluto?” Mi ha guardato con un’aria strana. Devo aver fatto la domanda sbagliata.

ENM Non credo che sia stata una domanda sbagliata. Nell’UDC l’avremmo accolto ben volentieri e, con le sue indiscusse qualità politiche, avrebbe avuto la strada aperta non solo per il Gran Consiglio, ma anche un domani per il Nazionale. La sua candidatura per il Consiglio degli Stati, del resto, ci aveva fatto ben sperare. Ha scelto un’altra strada? È un suo diritto, ma la domanda rimane legittima e io spero che gliela si possa riproporre se e quando, come penso, il fieno raccolto da AL non sarà quello che si aspetta oggi.

FDM AreaLiberale è la soluzione perfetta per l’elettore della destra moderata. Non è, come dicono alcuni, “un’ulteriore causa di frammentazione” ma il tassello che mancava per completare l’offerta politica, tanto più che Idea Liberale non è e non vuol essere un partito.

ENM Idea Liberale non è un partito, ma Area Liberale sì. È la soluzione perfetta per l’elettore di destra? Idealmente forse sì, ma praticamente no. Nel senso che può essere il partito giusto per chi pensa di esporre le sacrosante rivendicazioni popolari in modo discreto, aspettando il suo turno di parola, illudendosi che gli altri gli concedano il seppur legittimo spazio. Ma non è la soluzione ideale per chi dalla politica s’attende dei risultati concreti, ottenibili purtroppo soltanto tramite l’approvazione dei partiti più forti in grado di formare delle maggioranze. Ancora una volta sono costretto a menzionare il pragmatismo.

FDM Un liberale vero potrà solo difficilmente votare UDC, il vero partito della destra, ma troppo duro e per certi versi estremista. E di certo non voterà la Lega, forza aggressiva e iperefficace ma del tutto priva di “buona educazione politica”. Come detto, Idea Liberale non è un partito, e dunque non resta che… Un ragionamento che non fa una grinza, come un teorema di matematica.

ENM Io mi considero un liberale DOC, e sono approdato all’UDC perché l’ho ritenuta l’unico partito liberale rimasto tale sul mercato politico svizzero e ticinese. Il PLR, con la smania di potere al motto “prima otteniamo i cadreghini poi, in qualche modo ce li spartiremo”, negli anni è diventato il cappello di due partiti distinti. Personalmente l’ho lasciato quando mi sono accorto che votando la scheda PLR eleggevo persone con le quali non mi identificavo, che non appartenevano al mio partito. AL se n’è accorta forse solo adesso, io l’ho precorsa di parecchi anni. E ho scelto l’UDC, dopo una brevissima, quanto insoddisfacente per me, parentesi leghista.
Ma cosa significa “destra moderata” ? Forse che noi dell’UDC andiamo in giro con passamontagna e mazze da baseball a spaccare vetrine e incendiare macchine? Guardate che non avremmo l’ancora ragguardevole, sebbene oggetto di qualche scossa d’assestamento, 26,6% di seguito elettorale se fossimo gli estremisti che certa stampa e partiti avversari ci dipingono. Per conto mio, al di là del linguaggio fermo e dei messaggi pubblicitari aggressivi – che però sono uno dei cardini del successo elettorale – un partito che agisce strettamente nei limiti degli strumenti messi a disposizione dal nostro ordinamento giuridico (dibattito parlamentare, iniziativa e referendum) merita il rispetto e la considerazione di tutti. È estremista rivendicare la libertà e l’autonomia nazionale? È estremista chiedere che i criminali stranieri siano espulsi sistematicamente dal territorio? È estremista pretendere che la Berna federale si preoccupi meno di soddisfare le sue smanie internazionalistiche, e più di risolvere i suoi problemi interni (sicurezza, occupazione, costi della salute, eccetera)?
Se così fosse, ogni Svizzero avrebbe il DOVERE di essere estremista, ma io preferisco parlare semplicemente di buonsenso.


FDM Se il partito di via Monte Boglia avesse finalmente a indebolirsi, magari dopo un quadriennio di governo incerto e incolore, alcuni (o molti) delusi potrebbero approdare ad AreaLiberale, frustrando le speranze dell’UDC, che da tempo freme nell’attesa di una crescita.

ENM Sperare nella disfatta della Lega per rimpolpare le proprie fila – oltre che dimostrare una tendenza allo sciacallaggio che non vedo peraltro né in AL né nell’UDC – sarebbe sbagliato per almeno due motivi. Primo, perché alla Lega si vaticina una miseranda fine da oltre vent’anni, ma finora è sempre stata in grado di sortire dei conigli dal cilindro che le hanno permesso, almeno fino al 2011, di continuare a crescere. Secondo, perché se anche un domani la Lega si sciogliesse, la grossa parte dei suoi aderenti andrebbe nella direzione a lei più confacente, ossia a sinistra. È infatti un errore contro il quale combatto da ormai 14 anni, quello radicato nell’immaginario collettivo che la destra ticinese sia rappresentata da Lega e UDC. Dall’UDC senz’altro, ma la Lega è con noi solo quando si tratta di combattere Schengen/Dublino, l’UE, l’ONU, in altre parole in politica internazionale. Ma per far questo non si deve essere di destra o di sinistra, dovrebbe bastare essere svizzeri. Ma quando si tratta di qualche taglio al sociale per contenere il debito pubblico – vero tema che caratterizza la destra – ecco che la Lega si oppone dimostrando la sua vera anima di sinistra.
Ma è chiaro che, se c’è un partito cui AL può rosicchiare qualche voto (impossibile dire se pochi o tanti), quello è l’UDC. Il potenziale destroide del PLRT se l’è già preso, oppure è andato sulla lista senza intestazione, quindi il PLR non rischia granché.


FDM Hanno accusato Morisoli, ovviamente, di essere un voltamarsina. Candidato PLR al governo battuto da Vitta, a sua volta battuto da Gobbi; candidato Lega/UDC agli Stati battuto da Lombardi, Abate e Cavalli (mesi spesi invano senza giacca e cravatta, che stanno così bene a un direttore di banca; solo magliette verdi, un intero stock…). Nulla di fatto, andata buca. Adesso questo suo partito, il suo personale partito. Ma Morisoli non poteva fare diverso, non poteva andare alla Lega né all’UDC. Fedele alle sue idee, prima di tutto.

ENM Voltamarsina è un sostantivo d’altri tempi, quando i partiti erano ben definiti e nella loro ideologia uno poteva identificarsi dall’80% in su. Ma, come detto, la smania di potere ha fatto sì che i partiti maggiori inquinassero la loro ideologia accettando fra le loro fila chiunque potesse portare qualche voto. Perciò voltamarsina è oggi una definizione applicabile piuttosto a certi partiti, non a chi li lascia perché non si sente più rappresentato. Di conseguenza mi è difficile rimproverare a Sergio Morisoli di aver tentato diverse tattiche per dare forma al suo futuro politico. Ma quando dici che, giunto al bivio (o meglio, al trivio), non potesse fare altrimenti, non sono d’accordo. Forse non poteva andare alla Lega – specialmente dopo che buona parte di questa l’aveva lasciato cadere per il Consiglio degli Stati – ma nell’UDC ci sarebbe stato benissimo anzi, a mio avviso, era il suo sbocco naturale. Del tutto rimanendo fedele alle sue idee, gran parte delle quali, come ho detto sopra, l’UDC le sta già mettendo in pratica, basta guardare il programma di legislatura.
Ma tant’è, oggi la situazione è quella che è, AL è una realtà con la quale dobbiamo convivere e che dobbiamo gestire nel miglior modo possibile per il bene della destra ticinese e svizzera, che noi riteniamo essere il bene del Paese tutto. Siamo dalla stessa parte della barricata politica, è quindi logica la collaborazione.


FDM In tre anni faranno un lavoro fantastico e nel 2015 si affermeranno. E anche tu, Eros Nicola, finirai per votare AL…

ENM Se così sarà, dovrò ammettere di aver commesso un errore di valutazione. Ma non credo. Non dubito che AL lavorerà sodo questo triennio che ci separa dalle prossime cantonali, ma non credo che sarà sufficiente a farle conquistare una forza elettorale pari alle sue aspettative (qualche seggio in Gran Consiglio).
E forse chissà, anche i suoi vertici si renderanno allora conto che la sua confluenza nell’UDC è più coerente di un’ostinazione a combattere da soli una battaglia che si fa sempre più difficile.
In conclusione, non posso augurare ad AL un successo che andrebbe a nostro scapito – ancorché personalmente la mia amicizia per Sergio Morisoli e ancor più per Alberto Siccardi, mi renda combattuto al riguardo – ma posso assicurare che da parte mia non c’è astio e spero che l’arrivo in corpore di AL nell’UDC sia solo una questione di (breve) tempo. Tempo durante il quale non dubito che le due formazioni collaboreranno per il bene del Paese.


Eros Nicola Mellini tra gli UDC luganesi. Da sinistra: Chiesa, Rusconi, Mellini, Foraboschi, Alessandra Noseda, Walder