Venerdì 1. giugno la giunta militare al potere in Egitto ha sospeso la legge d’emergenza, che gravava sul paese da 31 anni.

Un’evidente mossa elettorale in vista del prossimo ballottaggio, nel tentativo di attirare i voti a favore di Ahmed Shafiq, primo ministro durante l’era di Hosni Moubarak ed ex comandante dell’Aeronautica.
A contendergli la presidenza vi sarà sarà Mohamed Morsi, il candidato dei Fratelli Musulmani.

In una nota stampa, il Consiglio supremo delle forze armate ha confermato la sospensione di una misura che per decenni ha permesso al regime di Moubarak di mantenere il controllo sulla popolazione, reprimere ogni tentativo di manifestazione e creare speciali tribunali per giudicare oppositori e nemici del regime.
Nella nota viene precisato che l’esercito garantirà la sicurezza nel paese sino alla fine di giugno, quando il nuovo presidente sarà stato eletto.


Sabato il tribunale del Cairo dovrebbe pronunciare la sentenza contro l’ex presidente Hosni Noubarak, sotto processo da diversi mesi.
Per lui, per il suo ex ministro dell’interno Habib el Adli e per altri sei collaboratori del suo governo, il pubblico ministero ha chiesto la pena di morte.