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La notizia è di questi giorni e viene dalla bocca di Daniel Shapiro, ambasciatore nordamericano in Israele. Il diplomatico ha detto che sarebbe preferibile risolvere il conflitto in maniera pacifica e senza pressioni piuttosto che usare la forza militare, ma questo non significa che il governo statunitense escluda altre opzioni.

“L’altra opzione non solo è disponibile, ma anche perfettamente pronta per l’applicazione” ha affermato Shapiro a proposito dell’intervento militare.
Al che il cittadino che ragiona ancora con la propria testa, si domanda: E sarebbe l’Iran il pericolo mortale per i due eserciti tecnologicamente più attrezzati del mondo? Un paese ancora largamente riconoscibile in quello che un tempo veniva definito terzo mondo, con un esercito che a fatica ha tenuto testa a Saddan Hussein e la cui punta di diamante sono i giovanotti dei “pasdaran”, bellicosi quanto patetici nella loro devozione alla retorica islamista?
Suvvia, non scherziamo, dietro c’è ben altro, a cominciare dal solito petrolio giù giù fino all’instabilità cronica dell’intera regione mediorientale di cui Israele, e non certo l’Iran, è storicamente il maggior responsabile.
Prendetevi la briga di andare a guardare la sequenza di carte geografiche della Palestina dal 1948 ad oggi e vedrete se chi prima era a casa propria e adesso se ne sta in trincea dietro un muro lungo 700 chilometri, può considerarsi aggressore o vittima.
La cosa che però fa sorridere in questi difensori della “legalità del più forte” è che, ancora una volta, non riescono a imparare dalle passate esperienze e dai lutti procurati ai propri connazionali, quando le hanno date e prese, senza contare dove le stanno ancora prendendo. È forse per rifarsi il trucco che si mettono a disposizione per un’altra avventura dall’esito tutt’altro che scontato?

Mi dispiace per i rappresentanti di Benjamin Netanyahu in Valcolla e a Castagnola , ma le manovre congiunte previste per la seconda metà di quest’anno fra le forze aeree dei due potenti paesi, se non saranno propaganda o semplice esibizione di muscoli, potrebbero istituzionalizzare il caos in quelle martoriate regioni.
E a chi giova di più il caos oltre ai faccendieri internazionali e ai miliziani di Allah?

Carlo Curti, Lugano