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I sostenitori della soppressione del tasso di cambio franco-euro a 1.20 sono stati vivamente criticati mercoledì al Consiglio Nazionale.

Anche Christoph Blocher ha ammesso che compete unicamente ai vertici della Banca nazionale svizzera definire la politica monetaria e decidere quando il tasso ritroverà una situazione normale.
Il Consigliere nazionale UDC ha comunque precisato che per evitare il rischio di un’inflazione, il tasso di cambio franco-euro a 1.20 non dovrà essere mantenuto troppo a lungo.
Della stessa opinione è il presidente dell’Unione svizzera delle arti e dei mestieri, Jean- François Rime.

“La soppressione del tasso a 1.20 sarebbe una vera catastrofe. Migliaia di posti di lavoro sarebbero soppressi – ha commentato la parlamentare socialista di Basilea Susanne Leutenegger.
La sinistra vorrebbe portare il cambio a 1.30, anche sino a 1.40 ma in questa visione si scontra con i partiti borghesi.