Le risposte dell’avv. Paolo Bernasconi, in primissima fila nella vasta azione moralizzatrice volta ad aprire gli occhi della gente sui metodi inaccettabili della Lega e del Mattino della Domenica, sono in dirittura d’arrivo. Le domande, fa sapere l’intervistato, erano difficili e hanno richiesto una lunga riflessione. Aspettiamo con fede. Per ingannare l’ancor breve attesa presento agli amici di Ticinolive le mie 14 domande, accompagnandole con qualche commento personale.

Le domande potranno essere più o meno indovinate, ma non sono mai state poste a caso.


Certe volte mi coglie il sospetto che l’indignazione morale per il degrado della politica sia più che altro la rabbia per tanti voti andati persi. Lei che ne dice?
Perché il “degrado della politica” con l’abbandono di un certo bon ton è meno grave del danno concreto (in termini di voti e di eletti) arrecato al “vecchio potere”.

Questa recente e abbastanza insistita “controffensiva morale” è un’azione pianificata e organizzata? Se sì, da chi? Da essa i promotori si attendono un concreto risultato politico? Continuerà?
Questa è una tipica domanda non retorica. L’ho posta “per sapere”. L’organizzazione minuziosa della “crociata moralizzatrice” è evidente, i mezzi impiegati notevoli. Chi ha tirato le fila? Chi ha allargato i cordoni della borsa?

Come si è costituito il gruppo “moralizzatore-purificatore”? È lei che è andato a cercare i suoi partner o sono stati loro a trovare lei?
Domanda forse indiscreta, cui se ne potrebbe aggiungere un’altra. In questa faccenda ci sono persone che si vedono e, probabilmente, altre che non si vedono. Se ci sono, chi sono?

A suo parere la gestione socialista del “caso Orelli”, concretizzatasi in vibrate proteste, abbandono dell’aula e viva esibita indignazione, è stata adeguata? È stata efficace? La gente ha condiviso ampiamente o poco la loro indignazione?
Fermo restando che il Boris Bignasca, provocato, ha sbagliato nel reagire con un’esternazione di cattivo gusto, la contro-reazione della sinistra appare sproporzionata ed isterica, volta a lucrare sul passo falso leghista. Prendersela poi con il corretto Foletti, oggi presidente del Gran Consiglio, era pretestuoso. Uno risponde di quello che scrive e di quello che fa, non di ciò che fanno gli altri.

Il fatto che la Lega dei Ticinesi sia in campo da più di 21 anni e abbia conseguito innegabili successi non induce a temperare l’indignazione con un’opportuna prudenza? Il cittadino elettore – parlo di vaste fette di elettorato e non di casi particolari – predilige forse certe forme esasperate di comunicazione? Il cittadino dev’essere “educato” al rispetto? E da chi?
Perché ho posto questa domanda? Mi premeva capire se – secondo Bernasconi – debbano godere del diritto di voto solo le persone ben educate, politicamente corrette, di animo sereno e laureati in filosofia.

Se qualcuno provasse a dirle che la vecchia, incrostata partitocrazia doveva essere combattuta con un linguaggio nuovo, più aggressivo e dirompente, la troverebbe una ragione valida?
Domanda provocatoria, cui è facile rispondere NO. Ma altrettanto facile replicare che, con altri sistemi, nessuno ha mai ottenuto nulla.

Lei non pensa che un politico sulla breccia, per il mestiere che fa, debba sentirsi stoicamente pronto alla torta in faccia, metaforica o reale che sia?
Che la torta in faccia sia toccata a Orelli, questo professore-scrittore intelligente e mite – politico pieno però nel senso dell’impegno dichiarato e del convincimento granitico – può parere ingiusto. La torta vada piuttosto a Oskar Freysinger o a Micheline Calmy-Rey…

Alcuni leghisti (principalmente i capi, e non penso solo ai vivi) hanno avuto a che fare con la giustizia. Ma, se mai c’è stata una “via giudiziaria al ripristino degli antichi poteri”, dobbiamo costatare che essa è miseramente fallita. Ma forse non sono che fantasie… Una simile via non è mai esistita!
Di fronte a un tema del genere si manifestano due reazioni di base, sostanzialmente sempre le stesse:
1) “Questi malandrini non le hanno nemmeno pagate tutte!”
2) “Non saranno stati colpiti per fini politici?”


Sulla Lega abbiamo letto e sentito tutto il male possibile. Ma… che cosa si può dire di buono della Lega?
Secondo le (mie) regole del gioco, una domanda può essere stralciata.

La Lega doveva durare – secondo alcuni ottimisti dei primi anni Novanta – l’espace d’un matin. Una mattinata lunghetta, in verità…
Tipica domanda provocatoria. La Lega, per essere una “breve vampata di follia” (1991), è durata molto a lungo…

Se con un colpo di bacchetta magica un Mago Indignato potesse far sparire la Lega, quale percentuale di consensi potrebbe toccare l’UDC Ticino?
Una risposta spiccia potrebbe essere: “Con i se non si fa la storia”. Ma certamente nell’UDC e in AL c’è gente che spera in un ridimesionamento della Lega.

Mi consenta di concludere l’intervista con tre domande sulla giustizia. Secondo lei, ha senso dire che un giudice è “di sinistra” o “di destra”? Se sì, quale potrebbe essere il significato di tale affermazione?
Io penso che Sì, abbia senso. Forse anche lui risponderà allo stesso modo. E probabilmente, poiché è un uomo esperto e intelligente, saprà illustrare bene la sua risposta.

Perché nessun giudice o procuratore può essere nominato senza avere un partito che lo “sponsorizzi”?
È una questione che mi toglie il sonno (una parte del sonno) da tempo. Perché un candidato giudice/procuratore deve portare in fronte un cartellino con scritto PLR, PPD, PS ? Un mio compagno di scuola, giudice del Tribunale, mi diede un giorno una risposta illuminante: “Ma… per garantire l’indipendenza della Magistratura!”

Lei oggi fa l’avvocato, il professore e forse, anche, il maître à penser. Come ricorda gli anni lontani in cui faceva – sotto la luce dei riflettori, tra lodi e critiche – il procuratore? Li rimpiange talvolta?
Ah, qui può rispondere solo lui (anche se noi ricordiamo abbastanza bene i suoi “anni ruggenti”). Professor Paolo Bernasconi, saremo onorati di ospitare le Sue risposte.

Francesco De Maria