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Le cittadine e i cittadini hanno capito e votato per difendere i propri interessi: un segnale per la Destra.

Il Partito Socialista esprime tutta la propria soddisfazione. I tre oggetti in votazione (Managed Care, accordi internazionali, accesso alla proprietà) sono stati respinti con maggioranze importanti sia a livello nazionale sia in Ticino.
In particolare per il Managed Care la vittoria è stata schiacciante: in Ticino l’87.46% e in Svizzera il 76%.
Il popolo si è espresso chiaramente per negare un potere maggiore alle casse malati e una medicina a due velocità. Ora si tratta di portare avanti proposte concrete nell’ambito del rafforzamento della medicina di famiglia, così come richiesto dall’iniziativa dei medici svizzeri e nell’ambito del Masterplan che il Dipartimento degli Interni sta elaborando con le parti interessate.
Bisognerà pure intervenire ancora sui prezzi dei medicamenti e sulle tecnologie particolarmente costose. Ma anche cambiare una pseudoconcorrenza fra le casse malati che non funziona più, istituendo una cassa malati pubblica nazionale.
Il risultato di domenica dimostra comunque che la propaganda martellante, anche a spese degli assicurati stessi, non ha successo quando gli interessi sono chiari e le cittadine e i cittadini, attraverso un’informazione capillare, attenta e scrupolosa, vengono messi in condizioni di comprendere quali sono davvero i loro interessi.

Non solo: il rifiuto dell’obbligo di sottoporre a votazione tutti i trattati internazionali dimostra la fiducia del popolo nella democrazia rappresentativa. Popolo che stavolta non si è lasciato irretire dalla demagogia e dal populismo di chi usa la democrazia diretta solo per difendere gli interessi delle classi privilegiate.

Per la quarta volta il popolo ha espresso anche il proprio no ai privilegi fiscali per i più ricchi nell’ambito dell’accesso alla proprietà. Purtroppo su un tema analogo saremo di nuovo chiamati alle urne nel prossimo mese di settembre, sull’iniziativa popolare “Sicurezza dell’alloggio per i pensionati”, che chiede una fiscalità à la carte a vantaggio di pochi. Ma ieri non si votava solo su questi tre oggetti.
A Zurigo e Lucerna era in discussione anche l’estensione degli orari di apertura dei negozi. E dalle urne è arrivato un segnale chiaro: no, le cittadine i cittadini non la vogliono.
La liberalizzazione a tutti i costi non merita il prezzo che i lavoratori devono pagare in termini di peggioramento delle condizioni di lavoro per il personale della vendita.
Una lezione che anche in Ticino qualcuno dovrebbe imparare.