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Secondo il New York Times, agenti della CIA presenti da qualche settimana nel sud della Turchia darebbero sostegno logistico ai ribelli siriani nella loro lotta contro il regime del presidente Bachar al-Assad.

Gli Stati Uniti non intervengono direttamente in Siria ma questo non impedisce alla CIA di operare. Secondo il New York Times, agenti dei servizi segreti americani operano discretamente da qualche settimana nel sud della Turchia, da dove aiutano a far passare in Siria armi per i ribelli che combattono contro le forze armate di Damasco.
Settimana scorsa il Wall Street Journal scriveva che la CIA e il Dipartimento di Stato americano lavoravano con gli alleati del Golfo per aiutare gli insorti siriani a sviluppare un collegamento viario logistico, per far passare materiale bellico in Siria.
Finanziate da Turchia, Arabia Saudita e Qatar le armi transitano da una complessa rete di intermediari, tra i quali i Fratelli musulmani siriani, scrive il New York Times, che cita responsabili americani e membri dei servizi segreti arabi.
La quantità degli armamenti fornita ai ribelli sarebbe considerevolmente aumentata dallo scorso marzo. Il Consiglio nazionale siriano evoca soprattutto una recente consegna da parte della Turchia di armi anticarro. Il governo turco ha diramato una smentita ufficiale.

Secondo le fonti del New York Times, l’amministrazione statunitense sta anche valutando l’ipotesi di fornire ai ribelli siriani strumenti tecnologici, come sistemi satellitari in grado di fornire informazioni sulla posizione delle truppe governative.
Washington considera anche l’ipotesi di contribuire alla formazione di un servizio di intelligence degli oppositori. Si tratta comunque di ipotesi che per il momento sono in fase di studio e sulle quali non è stata presa una decisione.