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Mohamed Morsi, nuovo presidente egiziano, dalle prime ore di lunedì mattina si è messo al lavoro per la composizione del futuro governo, che ha promesso di aprire alle diverse componenti dello scacchiere politico del paese.

Con il capo del Consiglio supremo delle forze armate Morsi ha esaminato lunedì le modalità della sua investitura, prevista il 1. luglio. Le discussioni non si limitano a semplici considerazioni di protocollo, ma portano sulla delicata divisione dei poteri tra il presidente e l’esercito. I due campi hanno visioni diametralmente opposte al riguardo.

Il Consiglio militare, che dalla caduta dell’ex presidente Moubarak, a inizio 2011, detiene il potere, dieci giorni fa ha approvato la dissoluzione del Parlamento, ordinata dalla giustizia.
Al contempo ha pubblicato una dichiarazione che limita le prerogative del presidente e affida all’esercito il potere legislativo, sino alla costituzione del prossimo Parlamento, così come le questioni di difesa e sicurezza interna.
In assenza di un Parlamento, la dichiarazione prevede che il 1. luglio Mohamed Morsi presti giuramento di fronte alla Corte costituzionale, il che equivale a riconoscere l’autorità del suo presidente, Farouk Sultan, nominato da Hosni Moubarak e considerato vicino agli ambienti militari.

Incoraggiati dalla vittoria elettorale i Fratelli musulmani sperano di far cedere i generali, soprattutto continuando a occupare Piazza Tahrir. Puntano alla ricostituzione del Parlamento dissolto, dove avevano ottenuto, alle elezioni legislative, la maggioranza dei seggi.

Al Cairo molti osservatori dubitano però che Mohamed Morsi riesca a far mutare atteggiamento ai generali. Sembra ovvio che avrà pochi poteri e che la sua elezione costituisca finalmente un nulla di concreto.
Con i messaggi di auguri, domenica Morsi ha anche ricevuto dei chiari avvertimenti da parte dell’Unione europea, che gli ha ricordato la necessità di rispettare lo Stato di diritto e di proteggere i diritti dell’uomo, la libertà di espressione, di manifestare, di credo religioso.
Domenica sera, nella sua prima allocuzione presidenziale, Morsi aveva promesso che sarà il presidente di tutti gli egiziani, ma questo non ha tranquillizzato la comunità copta, che ha assistito alla sua elezione con notevole apprensione.