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La Corte penale internazionale dell’Aja compie dieci anni. Inaugurata nel luglio 2002 dovette comunque attendere il 2006 prima che 120 paesi votarono per farne un’istituzione permanente per combattere e punire i reati di genocidio, crimini contro l’umanità, aggressione e crimini di guerra.

Da subito gli Stati Uniti mostrarono ostilità verso la CPI e attraverso la loro influenza politica cercarono di diminuirne il potere. Il presidente George Bush varò misure legali per ridurre o cancellare gli aiuti militari ai paesi che rifiutavano di firmare un accordo per evitare l’invio di cittadini americani a L’Aja.

Oggi la CPI impiega circa mille persone, tra avvocati, giudici, investigatori e personale amministrativo. Il suo budget annuale supera i 100 milioni di dollari.
In questi dieci anni di attività ha avviato indagini in sette paesi, ha messo sotto accusa 28 persone, tra cui il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, l’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo e gli ex gerarchi della guerra nei Balcani: Slobodan Milosevic (morto in carcere prima che venisse concluso il suo processo), Ratko Mladic, Radovan Karadzic.

Oggi la CPI sta facendo un serrato braccio di ferro per trasferire all’Aja Saif al Islam Gheddafi, che le autorità libiche intendono invece processare in Libia. La CPI aveva spiccato contro di lui e contro suo padre, il colonnello Muammar Gheddafi, un mandato d’arresto per crimini contro l’umanità, relativo al massacro di civili durante la rivolta libica del 2011.

(Fonte: Atlasweb.it)