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Le Organizzazioni italiane di categoria dei gestori dei distributori di benzina hanno indetto uno sciopero dal 3 al 5 agosto, per protestare contro l’industria petrolifera e il governo.

“L’industria petrolifera spinge al fallimento i gestori e scarica sul paese il costo sociale di altri 120mila disoccupati – si legge in una nota – Il governo assiste muto alla violazione delle leggi.”
Di conseguenza, in Italia i distributori di benzina, anche quelli self-service, lungo strade e autostrade, resteranno chiusi dal 3 al 5 agosto.

Per cosa nasce la protesta? Per accordi collettivi scaduti e non rinnovati; margini tagliati unilateralmente fino al 70%; licenziamenti forzati degli addetti alla distribuzione; mancanza di diverse tipologie contrattuali; discriminazioni sui prezzi.
Per gli esercenti, i petrolieri vogliono approfittare della confusione politica e della crisi che pesa sull’Italia, consolidare le proprie rendite e scaricare sulla collettività il costo sociale di altri 120mila disoccupati.
Il tutto con la responsabilità diretta e colpevole del governo Monti, accusato di sottrarsi sistematicamente a qualsiasi tipo di confronto e inerte di fronte alla violazione delle leggi in vigore.

La protesta dei gestori inizierà mercoledì con una campagna di informazione verso i cittadini e gli automobilisti.
Lunedì 23 luglio ci sarà la sospensione degli accordi collettivi per la parte riguardante il prezzo massimo di rivendita sui carburanti.
Da lunedì 30 luglio a domenica 5 agosto la sospensione dei pagamenti del rifornimento carburanti attraverso carte di credito, pago bancomat e carte bancarie.