Nel precedente articolo abbiamo analizzato come la recente riforma sanitaria statunitense, che ormai tutti chiamano “Obamacare”, abbia avuto il merito di estendere la copertura assicurativa sanitaria a 30 milioni di cittadini americani che ne erano privi, ma non abbia risolto il problema della spesa sanitaria per la competitività dell’industria americana, in particolare quella confrontata con la concorrenza internazionale.

A differenza del sistema assicurativo americano nella maggioranza dei paesi europei i costi legati alla salute sono finanziati infatti tramite le imposte ed in molti paesi notoriamente soprattutto tramite il deficit pubblico. Confrontati con problemi di bilancio molti stati, tra i quali l’Italia tendono a ridimensionare l’offerta sanitaria.

Non entriamo in merito ai problema, non solo di concorrenza economica, ma anche etico, che in molti paesi emergenti ogni forma di solidarietà legata alla sanità è pressoché inesistente. In Svizzera il sistema di finanziamento è misto in parte finanziato tramite le imposte e quindi proporzionalmente al reddito ed in parte tramite i premi di assicurazione malattia. Più precisamente i costi ospedalieri vengono pagati per il 50% dai cantoni e quindi tramite le imposte e per il 50% dalle assicurazioni malattia, mentre i costi per cure ambulatoriali sono a carico dell’assicurazione malattia, che non è proporzionale al reddito, ma per la quale i redditi più modesti vengono notoriamente sovvenzionati. Rispetto al sistema sanitario statunitense quello svizzero presenta quindi il vantaggio di non compromettere eccessivamente l’industria di produzione. Rispetto al sistema europeo ha il vantaggio di responsabilizzare il cittadino ed, almeno fino ad ora, di basarsi su un finanziamento reale.

In Ticino i lavoratori frontalieri sono automaticamente coperti dal sistema sanitario nazionale italiano ed, al contrario dei lavoratori residenti, dal loro stipendio non devono quindi dedurre il costo della cassa malati. Per i redditi più modesti, questo problema viene parzialmente compensato dai sussidi, nondimeno si tratta verosimilmente di un fattore importante nella disponibilità ad accettare livelli salariali inferiori.

La stragrande maggioranza dei cittadini svizzeri, come evidenziato da un sondaggio dell’ufficio federale di salute pubblica desidera il mantenimento e l’estensione del catalogo di prestazioni a carico dell’assicurazione malattia di base e una più rapida presa a carico delle nuove opzioni terapeutiche da parte delle stesse. Per i cittadini svizzeri il libero accesso ad una estesa offerta sanitaria appare prioritario rispetto al contenimento dell’aumento dei costi e dei premi di assicurazione malattia.

La sanità non deve comunque venire vista solo come un costo, ma una sanità performante, con presa a carico rapida a competente deve essere considerata un servizio essenziale per sostenere la produttività della nostra società. Negli stati uniti i costi globali all’astensionismo dal lavoro per motivi di salute sono stimati a circa 220 miliardi anno, quelli dovuta alla ridotta produttività nonostante la presenza sul posto di lavoro sono circa il doppio. Il 10 – 15 % di queste assenze è dovuta a patologie relativamente banali come cefalee e dolori dell’apparato locomotore. Rapportando questi dati alla Svizzera si può ragionevolmente affermare, che i costi legati all’assenza per problemi di salute minori, rispettivamente alla ridotta produttività nonostante la presenza sul posto di lavoro siano stimabili in alcuni miliardi all’anno.

Guido Robotti, medico, membro di comitato di Area Liberale