Quale è la validità del testamento redatto da Matthias Schepp prima che si suicidasse, nel gennaio 2011 in Puglia? Irina Lucidi, madre di Livia e Alessia, le gemelline portate via dal padre e mai più trovate, desidera annullare il documento. Il caso verrà risolto dalla giustizia del canton Vaud.

Matthias Schepp aveva redatto il testamento a Saint-Sulpice il 27 gennaio 2011, tre giorni prima della sua morte.
Nell’attesa del decreto della giustizia vodese, la madre delle gemelline scomparse, Irina Lucidi, sostiene che le ultime volontà del marito siano nulle. Lo ha fatto sapere attraverso il suo legale, Yvan Guichard.
La donna spera di trovare un terreno d’intesa con gli eredi designati da Matthias Schepp, per poter ricevere i soldi e versarli a beneficio della fondazione Missing Children, creata lo scorso gennaio.
Desidera inoltre che una parte della somma copra le spese della ricerca delle sue bambine.
Una ricerca che a ritmi alterni prosegue dal gennaio 2011, condotta dagli inquirenti italiani, svizzeri e francesi.

L’istanza presentata in questo senso dall’avvocato Guichard non è stata accettata. Gli eredi di Schepp, ossia i suoi famigliari, non intendono lasciare i soldi – diverse centinaia di migliaia di franchi – a Irina Lucidi.
Un fattore che va considerato è che gli eredi potranno incassare l’eredità solo al momento in cui sarà provato che le due bambine sono morte.
Irina Lucidi parte dal principio che seppur nessuno sappia dove si trovano, le sue figlie siano ancora vive e che quando aveva redatto il testamento suo marito era incapace di intendere e di volere, era manifestamente depresso.
Se le due bambine sono dichiarate vive e il testamento di Schepp è invalidato, Irina Lucidi erediterà il 50% dei soldi lasciati dal marito. Se le bambine sono dichiarate morte e il testamento è considerato valido, la donna erediterà il 37.5% della somma.
Pronunciare il decesso delle bambine implica un lungo procedimento, la cosiddetta “dichiarazione d’assenza”, ha spiegato l’avvocato Guichard. Questo procedimento potrebbe bloccare i fondi di Matthias Schepp per almeno dieci anni.