Geniale pensata delle Ferrovie federali
Ci sono cose che non dovrebbero proprio succedere. Una di queste è l’iniziativa che qualche “genio” (si fa per dire) del marketing FFS, ex regia federale, ha messo in atto nella Svizzera centrale: offrire biglietti a metà prezzo a chi va a fare la spesa in Germania.

Obiettivo della brillante pensata: aumentare l’occupazione dei convogli negli orari di “stracca”. E’ davvero il colmo: le FFS, che si apprestano a chiedere alle Camere federali di votare a loro beneficio un credito quadro, per il periodo 2013-2016, della stratosferica cifra di 9.5 miliardi di Fr, si permettono di contribuire fattivamente a danneggiare l’economia elvetica, inventandosi sconti per chi fa shopping oltre confine.

Comprensibile e più che giustificata l’ira degli ambienti economici della Svizzera centrale, i quali non si capacitano di come le FFS, ampiamente foraggiate con denaro pubblico, per aumentare l’occupazione dei loro convogli non sappiano fare di meglio che rivoltarsi contro chi le tiene in vita artificialmente (perché la realtà è questa).

Le giustificazioni fornite dall’addetta marketing interpellata al proposito dalla SSR sono state di una nullità disarmante, non avendo la signora saputo dire altro che: “preferiamo allora che la gente vada a fare la spesa a Costanza in auto?”. Un livello tanto basso da parte di chi è pagato fior di quattrini (pubblici) per rilanciare la redditività dei treni rossocrociati deve preoccupare.

Ma le ex regie federali cascano male. Il motivo è quello citato poc’anzi: si trovano nell’imminenza di dover chiedere alle Camere federali di votare una paccata di miliardi a loro vantaggio. E’ evidente che, in quelle sede, come pure all’interno della Commissione dei trasporti del Consiglio nazionale (in cui chi scrive ha il piacere e l’onore di sedere), alle FFS verrà chiesto di render conto delle loro balorde pensate promozionali ai danni dell’economia e del territorio.

C’è per lo meno da sperare che le ex regie abbiano imparato la lezione e che l’iniziativa messa in atto nella Svizzera centrale costituisca uno scivolone isolato. Segnatamente, c’è da sperare, ma per il bene delle FFS in primis, che nessuno si sogni di inventarsi, in Ticino, biglietti a metà prezzo per andare a fare la spesa in Italia. Perché, se una simile aberrazione dovesse vedere la luce alle nostre latitudini anche per un solo giorno, un pubblico invito al boicottaggio delle Ferrovie federali è il minimo, ma proprio il minimo, che potrebbe capitare.

Lorenzo Quadri
Membro commissione trasporti e telecomunicazioni
del Consiglio nazionale