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Il primo ministro italiano Mario Monti viene criticato da Berlino e Bruxelles dopo l’intervista rilasciata al settimanale tedesco Der Spiegel, nella quale ha dichiarato che in tempo di crisi, di fronte ai Parlamenti nazionali i governi devono poter mantenere un margine di manovra.

Il Sole 24 Ore : Mario Monti tocca un punto sensibile
Le reazioni ipersensibili dei politici tedeschi mostrano che con le sue riflessioni sui diritti dei Parlamenti nazionali, Mario Monti ha toccato un tasto sensbile per la Germania, scrive il quotidiano economico Il Sole 24 Ore : “Ma dove era l’attuale battaglione degli indignati tedeschi quando il rafforzamento del patto di stabilità europeo e il patto di bilancio dell’UE si arrogavano il diritto di immischiarsi nelle decisioni di bilancio prese dai Parlamenti, o quando, come propone Angela Merkel, con l’Unione economica si promuove la fine delle sovranità nazionali?
… Se il sacrificio della normale dinamica democratica è percepito come un rimedio fondamentale anticrisi, perchè è scandaloso augurare un più ampio margine di manovra a Berlino per rispondere efficacemente alla crisi, evitando costi aggiunti inutili e spesso astronomici?
Forse esiste una legge che in Germania prevede due pesi e due misure, permettendo di prescrivere agli altri quello che si rifiuta di vedersi applicare.”

Die Presse : Nell’Europa di Monti la democrazia disturba
L’attitudine tecnocratica di Mario Monti illustra chiaramente il deficit democratico dell’élite dell’UE, che sul lungo termine nuocerà al progetto europeo, scrive il quotidiano austriaco Die Presse : “Monti e gli altri maestri illuminati non hanno certamente cattive intenzioni. Ma la loro comprensione della politica si situa da qualche parte fra la tecnocrazia e l’autocrazia.
Altrimenti, in che modo il primo ministro italiano potrebbe insegnare seriamente che tutti i governi hanno il dovere di educare il Parlamento?
Nell’Europa di Monti il potere non deriva dal popolo. I cittadini e il Parlamento sono unicamente d’intralcio al salvataggio dell’euro.
… Se sotto il diktat della crisi le istituzioni democratiche e dello Stato di diritto sono messe da parte, questo potrebbe servire al progetto europeo sul lungo termine tanto quanto il tal o tal altro rapporto di decisione sull’euro.
Senza parlare della brigata dei pompieri europei, che tre anni dopo i primi segnali di fumo in Grecia non dà l’impressione di sapere esattamente come fare per spegnere l’incendio che si propaga nei paesi della Zona euro.”