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Di fronte alla crisi dell’euro, la Banca nazionale svizzera aveva fissato un limite massimo di cambio a 1.20 franchi per un euro.

Per assicurare questo limite, la BNS vende franchi e accumula divise. A luglio, le sue riserve di moneta estera sono aumentate del 11%, raggiungendo il corrispondente di 406.45 miliardi di franchi.
La Banca nazionale svizzera detiene quasi la metà delle riserve delle 17 Banche centrali della Zona euro. Nella classifica a livello mondiale si attesta al quinto posto, dietro Cina, Giappone, Arabia Saudita e Russia.

“Ecco la piccola Svizzera, campionessa della democrazia diretta, promossa al rango di monarchia petrolifera o di gigante emergente – ironizza il quotidiano francese La Tribune, che aggiunge : “E’ logico pensare che la BNS non abbasserà la guardia fintanto che durerà la crisi europea.”

Rischio di inflazione e di perdita per la BNS : in Svizzera questa politica non mette tutti d’accordo, prosegue La Tribune : “Certamente, gli esportatori svizzeri sono vincenti, ma questa politica è anche una manna per la Francia e la Germania.
Per condurre la sua politica, la BNS acquista una parte del 60% delle obbligazioni di Stato della Zona euro. Nella misura del 86%, i titoli in questione sono notati con la tripla A.
Le agenzie di rating Fitch e Mody’s mettono ancora il debito della Francia tra quelli più sicuri. La pressione sul franco svizzero va dunque a beneficio degli affari di Parigi e Berlino, che vedono aumentare la richiesta dei loro debiti e la diminuzione dei loro tassi.”