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L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ha lanciato un appello, martedì, per un intervento rapido in Siria da parte della comunità internazionale, criticando al contempo l’immobilismo del nuovo presidente François Hollande.

Per il quotidiano Neue Zürcher Zeitung, questa prima dichiarazione dopo la sconfitta elettorale di maggio segna il ritorno di Sarkozy nell’agenda politica e l’inizio degli attacchi verso il suo successore : “Questa presa di posizione mette fine a un silenzio quasi surreale di oltre tre mesi, che Sarkozy, solitamente onnipresente, si era imposto dopo la sconfitta.
Sarkozy si esprime qualche giorno dopo la partenza in vacanza di Hollande nel sud della Francia e il suo appello vuole evidenziare quanto questi si sia poco espresso, sino ad oggi, sulla grave situazione siriana.”

L’intervento di Nicolas Sarkozy nel dossier siriano e le sue critiche all’atteggiamento di François Hollande irritano la sinistra e infiammano la destra, titola un articolo nel sito web di France TV Info : “L’ex presidente della Repubblica ha avuto martedì un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio nazionale siriano e principale capo dell’opposizione, Abdelbasset Sieda.
Il loro colloquio ha fatto seguito a una serie di critiche di Sarkozy contro la presunta inerzia del nuovo capo di Stato francese.
L’UMP, il partito di Sarkozy, ha preso la palla al balzo: “Hollande non può fare senza Sarkozy, la Francia deve intervenire militarmente per far cessare i massacri in Siria – ha dichiarato mercoledì 8 agosto il segretario nazionale del partito Philippe Juvin, giudicando criminale l’atteggiamento esitante di Hollande.
L’ex ministro di Sarkozy Nadine Morano ha rincarato la dose : “Hollande è in vacanza. Anche Sarkozy è in vacanza ma come sempre è attivo e si interessa al dossier siriano, come fece nel 2008 per la Georgia.”

Il ministro degli affari esteri Laurent Fabius ha reagito all’atteggiamento di Nicolas Sarkozy esprimendosi a mezzo stampa : “In circostanze tanto gravi, da parte di un ex presidente ci aspetteremmo altro. Sarebbe stato meglio fare blocco con la politica del proprio paese.”
Fabius ha aggiunto che la crisi siriana è molto diversa da quella che era stata la crisi in Libia, soprattutto da un punto di vista geostrategico e sul piano militare.
“Le differenza sono così evidenti che nessun paese sinora ha chiesto o auspicato un intervento militare – ha detto Fabius – a differenza di quanto era accaduto con la Libia.”