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Gli obiettivi posti a livello federale dalla 5.a revisione dell’Assicurazione Invalidità (AI), entrata in vigore il 1° gennaio 2008, erano quelli di favorire la reintegrazione e il reinserimento socio professionale delle persone lese nella loro integrità fisica o psichica al fine di evitare la concessione di rendite.
Sono quindi state messe in atto nuove misure che vanno dal rilevamento tempestivo, a provvedimenti di reinserimento e incentivi ai datori di lavoro.

Nel frattempo sono pure entrate in vigore le misure previste dalla 6.a revisione dell’AI che rappresentano un ulteriore passo sulla via di trasformazione dell’AI da assicurazione prevalentemente pensionistica in assicurazione per l’integrazione. Con quest’ultima revisione della legge si vuole non solo limitare le nuove rendite erogate ma anche ridurre le attuali rendite versate attraverso una revisione del diritto alle rendite finalizzata all’integrazione attraverso misure specifiche. L’obiettivo è di ridurre il numero delle rendite versate di 12’500 unità entro sei anni dall’entrata in vigore della revisione; quindi entro il 2018.

I dati resi noti a livello nazionale evidenziano come a livello di rendite erogate ci sia stata effettivamente una riduzione.
Dalla punta massima di 257’500 rendite versate nel gennaio 2006 siamo a quota 238’800 nel gennaio 2012. Le nuove rendite sono diminuite da 28’200 nel 2003 a 15’400 nel 2011, con una riduzione del 45%.
Anche a livello cantonale si può rilevare, dai rendiconti del Consiglio di Stato, come le rendite erogate siano diminuite da 16’321 nel 2006 a 12’660 nel 2011, con una riduzione quindi molto significativa (-23%).
Non si conoscono i dati relativi all’evoluzione delle nuove rendite.
Dal rendiconto 2011 dell’Istituto delle assicurazioni sociali si rileva inoltre come ci sia stata negli ultimi anni una notevole crescita delle misure d’intervento tempestivo e d’integrazione professionale.

Tutto bene quindi?
Sì, nella misura in cui la riduzione del numero delle rendite erogate o delle nuove rendite corrisponde al reinserimento nel mondo del lavoro di persone con problemi si salute o al mantenimento del posto di lavoro.
No, nella misura in cui la mancata concessione di una rendita AI ha semplicemente causato un travaso di oneri ad altre assicurazioni sociali (disoccupazione, assistenza, assegni integrativi, eccetera). Il dubbio è quindi legittimo, soprattutto alla luce di un aumento degli oneri a carico delle assicurazioni sociali cantonali.
Questo dubbio era già sorto nell’ambito dell’esame di un’iniziativa parlamentare presentata dall’ex collega Pestoni nel 2009, che chiedeva una reale integrazione degli invalidi nel mondo del lavoro.
I responsabili dell’Ufficio AI, sentiti a suo tempo dalla commissione della legislazione, avevano ammesso che non avevano a disposizione dati sicuri sull’efficacia delle nuove misure, soprattutto per quanto riguarda il reinserimento nel mondo del lavoro di chi ha inoltrato una domanda di prestazioni AI. Avevano quindi comunicato l’intenzione di commissionare alla SUPSI una ricerca che potesse verificare l’efficacia delle misure previste dalla 5.a e 6.a revisione dell’AI.

Nelle conclusioni del rapporto della commissione della legislazione, di cui ero stato relatore e che erano state accolte all’unanimità nella seduta parlamentare del 31 maggio 2010, si formulavano le seguenti raccomandazioni al Consiglio di Stato

1. monitorare costantemente i risultati ottenuti attraverso i nuovi strumenti introdotti dalla 5a revisione AI, soprattutto nell’ambito del mantenimento dei posti di lavoro per chi è minacciato nella sua salute e al reinserimento nel mondo del lavoro di chi non ha beneficato di una rendita AI, o solo in forma parziale.
Verificare inoltre se chi è stato considerato abile al lavoro in attività confacenti al suo stato di salute riesce poi, in tempi ragionevoli, a trovare un’occupazione;

2. aumentare la percentuale di persone lese nella loro salute nell’ambito dell’Amministrazione cantonale, per arrivare in tempi ragionevoli alla media svizzera (3%).

Chiedo pertanto al Consiglio di Stato:
1. Qual è l’evoluzione delle nuove rendite AI erogate in Ticino dal 2002 al 2011?
2. È stata commissionata alla SUPSI la ricerca sull’efficacia dei nuovi strumenti dell’AI che mirano al reinserimento professionale?
3. Se si, quali sono i risultati
4. Se no, per quale motivo?
5. Il Consiglio di Stato ha dato seguito alle raccomandazioni del Parlamento indicate in precedenza?
6. Qual è attualmente la percentuale di persone lese nella loro salute occupate nell’Amministrazione cantonale?
Questa richiesta è determinata dal fatto che dai dati 2009 forniti dalla fondazione Integrazione Per Tutti la percentuale di persone lese nella loro salute impiegate nel settore pubblico nei cantoni latini è inferiore alla media nazionale

Gianni Guidicelli, deputato PPD